Atripalda – Con delibera n. 166 del 14 novembre 2007 (a due mesi di distanza da una interrogazione presentata dall’opposizione al sindaco Laurenzano) la Giunta Municipale di Atripalda prende atto di doversi costituire parte civile nel procedimento giudiziario “a carico di Romiti Pier Giorgio + 27” “…tra i quali – commenta Lello La Sala -, come si sa, svetta il presidente Antonio Bassolino. Per la Giunta di Atripalda era poco più (o poco meno) di un atto ‘dovuto’. Ma si trattava di adottare, in ogni caso, un provvedimento non particolarmente ‘gradito’. Difficile spiegare altrimenti perché al deliberato non sia stata data alcuna pubblicità, ed anche l’assenza simultanea di tutti e tre gli assessori di provenienza diessina: Landi e Palladino (oggi, non si sa quanto felicemente, nel Pd) e Adamo, approdato in solitudine alla Sinistra Democratica. Un altro esplicito distinguo (dopo quello a metà, sull’infelice nomina intra moenia della professoressa Noce a collaboratrice tuttofare di sindaco e giunta) che appanna la facciata di una coabitazione serena nella ‘maggioranza’ che, al di là delle dichiarazioni ufficiali, si presenta incerta e politicamente fragile, ed in una parola, senza identità. Pronti a convergere sui ‘contenuti’ (che ancora non ci sono) ed a distinguersi sulle citate questioni di ‘principio’ (pro o contro Bassolino, pro o contro Noce) i ‘pieddini’ di Atripalda sembrano finalmente pronti ad affrontare anche la progressiva emarginazione politica di Ciriaco De Mita e della De Mita dinasty (e vedremo se prevarrà il rammarico degli ex diellini o il sollievo degli ex diessini). Intanto molti, più o meno alla spicciolata, precostituiscono i ‘distinguo’ di chi ‘lo aveva detto’. Lo ha fatto, responsabilmente mi pare, anche Salvatore Antonacci, e con più chiara consapevolezza politica Enzo Aquino e Federico Alvino. Il sindaco Laurenzano, dal canto suo, non si è fatto sfuggire l’occasione, ed ha dichiarato che ‘l’assemblea costituente regionale del PD … ha scritto una brutta pagina’, attribuendo, poi, con serafico candore, al ‘tempo tiranno’ i ritardi organizzativi e i dubbi amletici sul ‘come costituire una nuova dirigenza’ pieddina ad Atripalda. Rimane ovviamente oscuro, ed altrimenti ignoto, il suo contributo al dibattito in corso. Ma bando alle ciance ed ai malumori degli increduli, il Piddì, anche in Irpinia (e ad Atripalda) va. Solo che ancora non ha capito dove”.
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