Il Comandante Iovine: “Sono tranquillo. Non erano indirizzate a me”

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Avellino – “Sono tranquillo. Ho sempre fatto il mio dovere. Comunque tengo a precisare che le due lettere minatorie, fatte pervenire alla Casa Circondariale di Bellizzi Irpino a distanza l’una dall’altra di dieci giorni, non sono intestate a me direttamente”. E’ la dichiarazione del Comandante della Polizia Penitenziaria Berardino Iovine che si dice, al di là di tutto, infastidito dal clamore che ha suscitato la notizia sui due episodi. Iovine precisa che “… alla prima lettera giunta in Carcere non aveva dato alcuna importanza tanto che si era limitato a riporla in un cassetto della sua scrivania. A distanza di dieci giorni la seconda missiva. Una lettera di ben sette pagine dove si parla di fatti e di personaggi della malavita e non solo… vi sono contenute anche chiare minacce come frasi ‘stai attento a quando esci’, ‘guardati le spalle’. Ma in questa occasione le lettere non erano intestate direttamente al Comandante della Polizia Penitenziaria. Comunque di fronte al secondo episodio Iovine si è visto costretto a consegnare entrambe le lettere alla Procura della Repubblica di Avellino che ha aperto, come prassi un’indagine sul caso. In attesa di chiarimenti, il Comandante Iovine si dice tranquillo: “Il lavoro che svolgo mi espone anche a questo tipo di rischi, ma ripeto non posso dire che il vero bersaglio del mitomane sia proprio io”. Intanto, non è la prima volta che al Comandante della Casa Circondariale di Bellizzi capitano questi episodi: nel 2003 davanti alla sua abitazione ignoti appiccarono le fiamme alle autovetture della moglie e dello stesso Iovine. All’epoca il fatto sollevò clamore proprio come è successo adesso. Ma nulla lo ha fermato… continua infatti ad essere l’uomo ligio al dovere e sempre pronto a contrastare quei fenomeni che possono verificarsi all’interno di un carcere come, ad esempio, il rinvenimento di droga accaduto lo scorso 14 giugno proprio in una missiva indirizzata ad uno degli ospiti della Casa Circondariale di Bellizzi Irpino. E’ stato infatti proprio il Comandante Iovine a scoprire l’episodio insospettendosi di una particolare cartolina che era contenuta in una busta per lettera. Nello specifico, durante il controllo come avviene per tutta la posta che arriva agli ospiti del Carcere, ha aperto la missiva. Sul lato non illustrato della cartolina, dove abitualmente viene scritto il testo, era incollato un foglio sul quale era riportato un breve saluto per il destinatario. Fin qui nulla di strano… ma dopo poco il Comandante della Polizia Penitenziaria ha scoperto l’inganno: tra la cartolina e il foglio vi era una sottilissima ‘intercapedine’ appositamente creata dal mittente per omaggiare il suo amico detenuto di un dono prezioso, la droga. Il Comandante Iovine ha sempre assunto posizioni dure per motivi di sicurezza e prevenzione all’intera della struttura carceraria non solo per debellare il fenomeno della droga ma anche per vietare l’introduzione clandestina dei cellulari. Insomma, un uomo dalle regole severe. (e.b.)

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