Uno stop agli affari di mafia inferto dal coronavirus
Dalla fine del 2019 tutte le attività economiche mondiali, hanno dovuto fare i conti con il problema pandemia, causato dal coronavirus. Tra tutti i business colpiti, anche il giro di affari capeggiato dalla mafia ha subito un duro colpo. Lega calcio, campionati di Basket, Automobilismo e altre manifestazioni ed eventi sportivi, sono stati cancellati a causa delle possibilità di contagio. Il fermo sportivo ha spazzato via decine di milioni di euro di entrate dal gioco illegale, un vero colpo “storico” inferto alla mafia.
Anche altri business e traffici illeciti sotto il controllo della mafia sono stati colpiti duramente. A causa delle chiusure forzate adottate in molti Paesi, l’estorsione nei ristoranti è diminuita e altrettanto è successo per il settore dell’edilizia insieme ad altri business ad essa collegati, come le società di trasporti e le imprese di pulizia.
Un settore in cui da sempre tutte le mafie hanno saputo prendere il massimo profitto, è quello del gioco d’azzardo. Non c’è infatti un’operazione o un’indagine sul crimine organizzato che non abbia a che fare con il mondo delle sale da gioco e delle scommesse.
Il mondo dei casinò gestiti dalla mafia
La storia dell’industria delle slot machine negli Stati Uniti, gestita dal crimine organizzato, è una storia di sagace imprenditorialità e opportunismo che ha operato nel mezzo di uno stato debole e corrotto. Questo settore incarna perfettamente la natura reale del racket mafioso. Un monopolio truccato tra offerta e domanda, che mirava anche a quella fetta di popolazione meno abbiente, che non era in grado di permettersi il vizio del gioco.
La mafia americana era ed è un’entità separata dalla mafia siciliana, arrivata al potere nell’era del proibizionismo del 1920. Negli anni ’50 la Mafia era diventata la più importante rete del crimine organizzato negli Stati Uniti ed era coinvolta in una serie di attività malavitose, arrivando ad infiltrarsi nei sindacati e nelle industrie legali come l’edilizia e il settore dell’abbigliamento di New York. Allo stesso modo delle famiglie siciliane, la mafia americana sapeva mantenere la propria segretezza e come comportarsi con successo grazie al codice dell’omertà, ricorreva alla corruzione a alle intimidazioni verso i pubblici ufficiali, i leader d’affari, i testimoni e le giurie.
Quella delle slot machine era un’industria arrivata a svilupparsi in un’attività nazionale che dipendeva dal commercio interstatale e dal supporto locale. Le slot machine, più di 25.000 solo a New York City nei primi anni ’30, erano collocate in qualsiasi tipo di contesto e luogo; la popolazione aveva, consapevolmente e inconsapevolmente, a che fare con gli affari della mafia. La regolamentazione voluta dalla stato, necessaria a riordinare la situazione illegale, si concentrò su una strategia di contenimento, che portò alla rimozione delle slot dalla memoria collettiva attraverso l’eliminazione delle macchinette dai contesti di vita urbana quotidiana.
L’ascesa delle slot machine elettroniche negli anni ’90, collegate nuovamente con il crimine organizzato (come le controverse “VLT’s” o Video Lottery Terminals presenti nel Resorts World Casino nel Queens a New York), ha reintrodotto il gioco d’azzardo nel tessuto urbano di New York City, riportando alla luce le problematiche ad esso legate.
Oggi, la maggior parte degli ambienti di gioco non subisce più il problema della mafia; i casinò online, con giochi come bookofdead-slotmachine.it, e molti moderni casinò terrestri, offrono uno spazio di gioco pulito e legale a tutti i propri visitatori, grazie alla certificazioni e alle regolamentazioni governative a cui devono sottostare per poter operare in maniera pulita con il pubblico.
Europa e America – la mafia oggi
Dall’inizio del secolo la mafia ha esteso le sue operazioni in tutta Europa e non solo. Grazie soprattutto al traffico illecito a livello globale, le famiglie italiane del crimine ora operano “dall’Armenia all’Australia”. Un rapporto del 2015 finanziato dalla Commissione europea, ha trovato prove di investimenti mafiosi in “un gran numero di paesi europei… in particolare, nel settore immobiliare, nelle imprese di costruzione, nei bar, nei ristoranti e nella vendita all’ingrosso e al dettaglio di prodotti alimentari”.
Negli Stati Uniti, nel 2011, un raid soprannominato “la più grande retata della mafia nella storia dell’FBI” ha portato all’arresto di 127 sospetti mafiosi con differenti capi di accusa. Nonostante l’impressionante numero di arresti, il capo dell’ufficio FBI di New York ha riconosciuto che i migliori sforzi del sistema giudiziario non hanno “sradicato il problema”, continuando che l’idea della mafia come una cosa del passato sia “un mito”.
Tutto questo accade ancora oggi e ci lascia pensare che, anche se il coronavirus ha rallentato l’economia globale a tutti i livelli, il potere della mafia è duro a morire.