VIDEO/ Il colonnello Albanese agli studenti: “Marciare contro la camorra, si può fare denunciando”

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“Quella del dicembre 1982 fu una marcia collettiva e rumorosa. Collettiva perché raccolse migliaia di giovani cittadini campani, rumorosa perche’ ruppe il silenzio e la cecità di fronte ad un fenomeno criminale che era quello di tipo camorristico. Oggi probabilmente è doveroso che si ripeta ed è doveroso che si riproponga come una marcia individuale ma altrettanto rumorosa. La marcia che deve portare ciascuno di noi di fronte ad una situazione di illegalità e di sopruso a non restare nel silenzio. A denunciare cio’ che vede, a rivolgersi con fiducia alle forze dell’ordine”. E’ così che il comandante provinciale dei Carabinieri di Avellino, il colonnello Domenico Albanese, si è rivolto ai ragazzi dell'”Isis Nobile Amundsen” di Lauro, partecipando all’incontro promosso dalla Proloco di Taurano sulla figura di Don Antonio Riboldi e il libro del giornalista Pietro Perone sulla figura del sacerdote che nel dicembre del 1982 promosse la marcia contro la allora temibile Nco di Raffaele Cutolo nel feudo del “professore”, ad Ottaviano. Nel Salone San Filippo Neri di Lauro questa mattina, sulla necessità di sensibilizzare i giovani studenti si sono confrontati il presidente del consiglio comhanle la dirigente scolastica Luigia Conte, il rettore del Seminario Don Franco Iannone e l’autore del libro, Pietro Perone.
Aprendo il suo intervento, il colonnello Albanese ha immaginato dopo la lettura del libro due suggestioni: “Un incrocio di destini tra monsignor Riboldi e il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa-ha spiegato il comandante provinciale dell’Arma- Ho visto un’intervista in cui Monsignor Riboldi con la sua solita discrezione e il consueto garbo, faceva coincidere l’inizio della sua battaglia in territorio campano, con l’uccisione del generale Dalla Chiesa. In effetti il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa viene ucciso il 3 settembre 1972 e la marcia di Ottaviano e’ del dicembre 1982. Mi piace pensare che il sacrificio di Carlo Alberto Dalla Chiesa abbia rappresentato fonte di ispirazione per l’operato di monsignor Riboldi, come costituisce fonte di ispirazione quotidiana per i reparti dell’Arma impegnati ogni giorno per la prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata.La cattura di Matteo Messina Denaro nel gennaio del 2023 ricorre a 30 anni esatti da quella di un altro sanguinario capomafia, che è Salvatore Riina, chiudendo un cerchio ideale che negli anni nei quali con il suo sacrificio il generale Dalla Chiesa lasciava un testamento che è scolpito nel tessuto dei Reparti delle nostre articolazioni. Chi arresta e cattura Messina Denaro nel 2023 e’ lo stesso Raggruppamento Operativo Speciale (Ros) che aveva catturato 30 anni prima Salvatore Riina. Mi piace pensare, quasi utilizzando una proporzione matematica, monsignor Riboldi costituisca per i sacerdoti, per i laici, per la società civile onesta quello che il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa costituisce per noi Carabinieri”. Un modello. Di rettitudine, onestà, orgoglio per gli ideali e i valori che hanno animato entrambe queste figure. Direi anche un modello di coraggio, che è il leitmotiv probabilmente di questa biografia”. La seconda suggestione, invece, attiene ha spiegato Albanese: “ad una parola che ho visto ricorrere in molte presentazioni del libro del dott. Perone, ed è la parola “marcia”. Quella del dicembre 1982 fu una marcia collettiva e rumorosa. Collettiva perché raccolse migliaia di giovani cittadini campani, rumorosa perche’ ruppe il silenzio e la cecità di fronte ad un fenomeno criminale che era quello di tipo camorristico. Oggi probabilmente è doveroso che si ripeta ed è doveroso che si riproponga come una marcia individuale ma altrettanto rumorosa. La marcia che deve portare ciascuno di noi di fronte ad una situazione di illegalità e di sopruso a non restare nel silenzio. A denunciare cio’ che vede, a rivolgersi con fiducia alle forze dell’ordine. Mi viene in mente un’espressione di Martin Luther King quando diceva: non temo il rumore dei malvagi ma il silenzio delle persone oneste”.
Rivolgendosi agli studenti ha voluto anche immaginare la marcia come un percorso di vita, nel quale i fari illuminanti nella notte sono i vostri insegnanti, che insieme ai vostri genitori stanno contribuendo a costruire la società del futuro. A questa marcia piace fare riferimento qui oggi, vedendovi seduti davanti a noi. Perché come diceva Francesco De Sanctis, che è un altro nostro corregionale: la scuola è vita. Tra questi banchi costruite il vostro futuro. Non credo che la società di oggi sia migliore o peggiore di quella di un tempo, né che noi da giovani fossimo migliori o peggiori di voi oggi. Oggi come ieri di tratta di scegliere gli esempi giusti. Molti hanno indossato questa divisa, ve li cito così avrete modo di interessarvene: Salvo D’acquisto, i martiri di Teverola, il capitano Basile, i martiri di Nassirya, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. E guardate, c’è ne sono anche di più recenti. Il colonnello cita Willy, il giovane che nel 2020 per difendere persone che neanche conosceva interviene e perde la vita per difenderli. Gratuitamente, solo per non girarsi dall’altra parte. Mi piace ricordare anche l’esempio di una giovane che veste la mia uniforme, si chiama Martina, si trova ad un certo punto seduta su un ponte accanto ad una donna che minaccia di buttarsi giù e farla finita, convincendola che è più importante stare sulla terra e combattere e stare vicina alla sua giovane figlia.
La conclusione è affidata alle parole di Giovanni Falcone e di Papa Giovanni Paolo II, prima riferendosi al magistrato e ricordando che la mafia è un fenomeno umano e avrà una fine ed un inizio, per accelerare la fine e’ necessario coraggio. Cosi’ ai ragazzi il colonnello suggerisce di fare come suggeriva il Papa: “prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”.