L’Avellino torna dalla trasferta di Palermo con un ottimo punto. Il pareggio arriva grazie ad un rigore molto generoso ma, ai punti, i lupi avrebbero meritato anche qualcosa in più. I biancoverdi sono, infatti, protagonisti di una ottima gara, forse la migliore prestazione di questa prima fase di campionato. I rosanero sbloccano la gara all’alba del primo quarto d’ora di gioco grazie ad una ingenuità di Rizzo che concede corner agli avversari ed una dormita della difesa che lascia un indisturbato Lancini trovare la rete del vantaggio. La squadra di Braglia – che, nel pregara perde Mastalli ed è costretto a cambiare volto alla squadra, inserendo Micovschi e passando ad un 4 – 2 – 3 – 1 con il rumeno e Di Gaudio sugli esterni e Kanoute a supporto di Gagliano – sale in cattedra e sfiora più volte il pareggio, soprattutto grazie a un Di Gaudio sugli spolveri che centra anche il palo interno con un colpo di testa. Nella ripresa è ancora il legno a dire no a Plescia – entrato a inizio secondo tempo al posto di Gagliano – che sciupa, in avvio, anche una buona azione con un tiro debole di sinistro. Il pari arriva qualche minuto più tardi: il Palermo pasticcia in difesa, Plescia recupera la sfera e finisce a terra. Il fallo è inesistente ma il direttore di gara indica il dischetto. Dagli undici metri si presenta Tito: il suo sinistro è angolato, il portiere dei rosanero intuisce ma non riesce a respingere. Sulle ali dell’entusiasmo l’Avellino prova anche a vincerla ma il colpo di testa di Bove viene respinto dall’estremo difensore rosanero. I lupi tornano a casa con un punto ma, soprattutto, con la consapevolezza di essere sulla strada giusta. (mi. dl.)
Redazione Irpinia
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