Il campionato dei lupi – Contro il Catanzaro arriva il quinto pareggio in sei gare: risultato giusto per una squadra che non è stata costruita per vincere il campionato

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Michele De Leo – Termina con il quinto pareggio su sei gare il primo turno infrasettimanale di campionato per l’Avellino di Piero Braglia. I biancoverdi non vanno oltre lo 0 a 0 contro il Catanzaro di Calabro: un risultato giusto, arrivato al termine di una gara noiosa, senza grossi sussulti e palle gol. Le due squadre ne collezionano una clamorosa per parte: da un lato è bravo Forte a neutralizzare la minaccia con la complicità di Verna, il quale avrebbe voluto superare in dribbling anche il portiere irpino, dall’altro la girata di D’Angelo si stampa sulla traversa. Non è il caso, però, di tirare in ballo la sorte e gli dei del calcio: in una partita ci sta che ti capiti l’episodio fortunato – come dimenticare il gol di Luigi Silvestri contro il Palermo nello scorso campionato – e, in altre occasioni, quello meno fortunato. Il pareggio contro il Catanzaro porta l’Avellino a otto punti in classifica dopo sei giornate, ai margini della zona play off. Per quanto visto in questo inizio di campionato, i lupi meritano la classifica che hanno. E’ inutile prendersi in giro e immaginare che, di improvviso, le cose cominceranno a girare per il verso giusto: certo, tra qualche settimana l’Avellino recupererà pedine importanti e le riavrà nelle migliori condizioni ma la vetta resta un sogno irrealizzabile. Questo Avellino non è una squadra costruita per vincere il campionato. La proprietà ha rimesso in ordine le carte ed i conti e di questo va dato atto alla famiglia D’Agostino. A queste latitudini, soprattutto dopo quanto visto nel corso degli ultimi anni, la certezza di avere una proprietà che ti consente di non avere patemi per l’iscrizione al campionato e per il pagamento degli stipendi è tanta roba. Con la formula adottata per l’accesso ai play off, poi, i biancoverdi potrebbero avere pure la possibilità di giocarsi gli spareggi promozione. Bisogna, però, essere molto chiari con i tifosi, senza prendere in giro nessuno: il budget dell’Avellino è molto inferiore a quello delle corazzate del campionato (dei 12 nuovi acquisti, sei erano svincolati e due sono arrivati in prestito), questa squadra non è completa e, soprattutto, almeno in alcuni reparti, non è più forte di quella dello scorso anno. Con questi presupposti e tenendo conto degli infortuni che hanno bloccato ai box elementi importanti, di certo non si possono chiedere miracoli al tecnico dell’Avellino. Del resto, dopo un anno sulla panchina biancoverde, sapevamo che Braglia è un tecnico che bada al sodo e la sua squadra non ha mai fatto vedere un gioco spumeggiante. Senza nuovi innesti importanti, il brutto anatrocolo non si trasformerà improvvisamente in cigno: l’Avellino troverà qualche vittoria meritata, qualche altra fortunata grazie anche alla difesa ermetica per la quale Braglia ha grandi meriti. Se la fortuna comincerà a girare, inoltre, i lupi potranno togliersi qualche soddisfazione e provare anche ad alzare l’asticella degli obiettivi. Questa squadra, però, è bene che si sappia, non è costruita per vincere il campionato e per competere con le migliori del girone.