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Il brindisi di Boccalone: “Lascio con la percentuale più alta di raccolta differenziata. Ma qui mancano gli impianti”

Renato Spiniello – Un arrivederci, non un addio: perché i territori di Avellino e Benevento, al di là della rivalità sportiva, possono e devono dialogare, in quanto ci sono tutte le condizioni per farlo. Nicola Boccalone lascia anticipatamente il suo ruolo di amministratore unico di Irpiniambiente, che si sarebbe dovuto concludere solo nel 2021, per tornare nella sua Benevento, dove ricoprirà l’incarico di Direttore Generale della Provincia.

Ovviamente non potevano mancare i brindisi di saluti a via Cannaviello tra l’avvocato e i dipendenti della società partecipata di Palazzo Caracciolo, così come quelli con i cronisti locali, con cui è stata l’occasione per tracciare un bilancio della sua attività in Irpinia.

“Non vado via per la porta che si è aperta a Benevento – precisa Boccalone – ma perché ritengo che questo sistema che ha funzionato benissimo e che nasce dalla Legge 26 del 2010 abbia esaurito la sua spinta vitale. Ora si va verso la Legge regionale 14 che dovrebbe essere la nuova cornice dentro cui organizzare i servizi e Irpiniambiente si candida a esserne l’azienda trainante, in quanto è l’unica che ha il ciclo completo. Siamo l’unica provincia campana che ha il ciclo integrato chiuso. Così ho pensato che occorresse nuova progettualità e slancio per raccogliere la sfida che regolerà il settore dei rifiuti.

Come lascio Irpiniambiente? – prosegue l’ormai ex amministratore unico – Con impianti a norma e ammodernati che possono durare 10 anni. Abbiamo ammodernato anche lo Stir e acquistato un nuovo parco mezzi a fronte di quello vecchio di 20 anni. Chiaramente la soddisfazione più grande, ma che va condivisa con l’intero territorio, è quella di aver raggiunto la percentuale più alta di raccolta differenziata in provincia di Avellino. L’unica amarezza – precisa Boccalone – è che non possiamo smaltire i rifiuti a 50 chilometri ma a 1.500 di distanza”.

Inevitabile il passaggio sugli impianti per lo smaltimento rifiuti che da tempo occupa le cronache locali. “Gli stabilimenti del Nord vivono grazie ai nostri rifiuti e li paghiamo anche per prenderseli – denuncia l’avvocato – A Brescia si riscaldano grazie ai nostri rifiuti e noi continuiamo a dire che non vogliamo impianti”.

Boccalone, che precisa di non sentirsi affatto scaricato (“Ho ricevuto molte telefonate da esponenti locali che mi chiedevano di ripensarci”), si esprime anche sulla scelta della Provincia di sdoppiare quello che era il suo incarico in amministratore unico e direttore generale: “Sono ufficialmente dimissionario e sono pagato per gestire questa fase di transizione e non per pensare. In ogni caso questo è un servizio devastante che se non funziona in un certo modo dopo tre giorni si può chiudere un territorio”.

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