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Il 23 Novembre “Terrae Motus”, Mario Martone ad Irpinia Madre Contemporanea

“Irpinia Madre Contemporanea”. Tre parole che meglio non potrebbero sintetizzare il senso profondo che anima il progetto di questo festival culturale.

Una terra, l’Irpinia, che è madre; con un importante passato artistico, culturale, naturale, rurale, che trasuda romanticismo e leggenda. Ma un passato sempre in movimento che senza soluzione di continuità diventa presente. Contemporaneo.

Otto paesi e borghi arroccati della provincia di Avellino, lontani dal caos, dalla fretta, dal rumore. Immersi nella natura, nel silenzio e carichi di fascino. Sono loro i protagonisti di “Irpinia Madre Contemporanea”, indicatori di percorsi da scoprire che si snodano tra arte, cinema, musica ed enogastronomia.

Il progetto, partito sabato 3 ottobre con un programma ricco di appuntamenti, arriverà fino al 27 gennaio 2016. Un convegno internazionale sulla figura del principe dei musici Carlo Gesualdo, la proiezione del docufilm su Ingrid Bergman “Viva Ingrid” di Alessandro Rossellini, i viaggi narrati, i gusti e i piatti di una volta a cura dell’architetto-critico gastronomico Fabrizio Mangoni, il “Sacro Sud” del Maestro Enzo Avitabile, la visione di Nicolangelo Gelormini di “Irpinia Madre” che ritrae le figure geniali di Caldo Gesualdo, Salvatore Ferragamo, Ettore Scola.

La protagonista dei due appuntamenti di novembre sarà l’arte. Intesa come occasione per conoscere di quanto si realizzi nel campo della creatività in Irpinia e come possibilità per individuare i fili della rete che collega questa terra ai luoghi e ai fenomeni internazionali. I due momenti nel programma di “Irpinia Madre Contemporanea” sono strettamente collegati e vanno a costruire una sorta di sequenza a ritroso.

Sabato 21 novembre i laboratori degli artisti di via Varco a Rotondi saranno aperti al pubblico, per l’iniziativa “Studi d’artista porte aperte” che si protrarrà fino all’8 dicembre. Sono le officine delle idee dove lavorano Eugenio Giliberti, Umberto Manzo, Perino & Vele, Lucio e Peppe Perone, esponenti importanti della scena nazionale dell’arte contemporanea, che per una sorta di straordinaria coincidenza logistica operano lungo una strada – via Varco, appunto – che ha fatto irruzione nella mappa della geografia della cultura italiana. Non muovendosi dall’Irpinia e riuscendo a parlare al mondo.

Gli artisti si sono avvicinati all’arte dagli anni ’80 in poi, partecipando in fasi diverse a quel movimento di ammodernamento delle forme della creazione che si ebbe a partire dalla figura di Lucio Amelio.

Lunedì 23 novembre alle ore 16:00 al Castello di Bisaccia, la sua figura sarà rievocata da Mario Martone in una conversazione con il direttore de “Il Mattino” Alessandro Barbano. “Terrae Motus” ne sarà il titolo, che rimanda a “Lucio Amelio / Terrae Motus” che siglò la straordinaria operazione approntata dopo il terremoto del 23 novembre 1980, a cui Martone ha dedicato la videointervista del 1993.

“Terrae Motus” riguarda la collezione di opere realizzata da Lucio Amelio coinvolgendo oltre 60 protagonisti assoluti dell’arte internazionale, da Beuys a Warhol, da Gilbert & George a Cy Twombly, da Robert Mappletorphe a Michelangelo Pistoletto. Tutti si cimentarono sul tema del terremoto del 23 novembre 1980 che ebbe come epicentro e teatro della tragedia l’Irpinia.

La circostanza che giusto 35 anni dopo Mario Martone rifletta su quell’esperienza proprio a Bisaccia va a costituire un momento carico di contenuti simbolici importanti. Ed è anche l’occasione per narrare quel che è successo dopo e toccarne con mano i frutti. L’Irpinia non si è fermata a quel 23 novembre. C’è da sempre una spinta di vitalità in questa terra che le ha permesso di ricominciare con l’entusiasmo della sua gente.

E oggi quell’Irpinia “madre”, custode di un grande passato, è anche “contemporanea”: terra di cambiamento e di eccellenze; culla di natura, cultura, arte e turismo.

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