Iannaccone si scaglia contro i dirigenti ASL: “Mi hanno colpito con un killer a pagamento”

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Arturo Iannaccone, stamane, ha incontrato la stampa nella sede del Sumai (Sindacato Unico Medici Ambulatoriali Italiani) di cui è segretario provinciale, per fare chiarezza sulla vicenda dei furbetti del cartellino all’Asl di Avellino che ha visto coinvolta anche la sua persona in qualità di medico specialista ambulatoriale.

L’operazione di polizia, denominata “Badge Malati”, portò alla misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio e/o ufficio a carico di 21 dipendenti dell’Asl di Avellino, responsabili di prolungate assenze temporanee dal servizio, attraverso il distorto utilizzo del badge di presenza.

“Mi è stato contestato, in maniera molto tardiva, l’allontanamento non giustificato dal luogo di lavoro – ha detto Iannaccone -. Inizialmente sono stato colpito da una sospensione di sei mesi che non riguardava la mia carica pubblica. Dopo l’interrogatorio di garanzia, questa sospensione è stata ridotta a due mesi. Agli inquirenti ho detto di non ricordare cosa fosse avvenuto un anno e mezzo fa, però, ove mai mi fossi allontanato dal posto di lavoro, peraltro senza creare disservizio, ciò sarebbe stato sicuramente riconducibile ad impegni istituzionali o a ragioni di salute, al netto delle dieci ore di congedo di cui potevo usufruire.”

Iannaccone, che oltre ad essere medico è un ex deputato, un ex parlamentare europeo, e un (quasi) ex assessore, ora si trova ad essere anche ex collaboratore dell’Asl, dopo che la nuova dirigenza dell’azienda di Avellino gli ha revocato, come provvedimento disciplinare, la convenzione di medico specialista ambulatoriale.

“Sono stato vittima di un’azione di disinformazione dell’Asl. Hanno detto che avrei dovuto compilare il modello 415 del quale non conoscevo l’esistenza. E anche quando sono tornato in servizio, nessuno mi ha chiesto di riempire questo documento, segno che questo non è mai stato utilizzato.” Poi si rifà alle parole del Direttore Generale dell’Asl, Maria Morgante: “«La revoca del contratto di Iannaccone ed il suo rientro nella Giunta Comunale di Avellino sono procedure completamente diverse. L’Ufficio Provvedimenti Disciplinari dell’Asl ha fatto il suo lavoro e le sue valutazioni, ovvero seguire il provvedimento disciplinare previsto dalla legge»”.

“Questo è quello che ha dichiarato la Morgante – sottolinea Iannaccone – È impossibile, per me, non partire da queste parole, chiedendo proprio alla giurista a quale legge faccia riferimento.”

Secondo l’assessore del Comune di Avellino, la Commissione Disciplinare dell’Asl ha preferito graziare cinque medici dipendenti, che avevano sulle spalle una posizione molto più grave rispetto a quella degli specialisti che portavano avanti una collaborazione ambulatoriale.

“Le stesse contestazioni sono state mosse a cinque medici dipendenti dell’Azienda ma a loro è stata comminata solo qualche sospensione o qualche sanzione pecuniaria. Due di questi avrebbero fatto uso improprio del cartellino, un’aggravante rispetto alla semplice assenza non giustificata. Io ed il mio legale abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti senza avere nessuna risposta. Evidentemente c’è qualcosa da nascondere, si sono resi conto che sono state applicate sanzioni diverse.”

Iannaccone non ha risparmiato strali nei confronti degli attuali dirigenti dell’Asl, accusando chi ha dato il via ai procedimenti disciplinari a seguito dell’inchiesta “Badge malati”: “Ho massimo rispetto nella Magistratura e degli Inquirenti che non si fanno condizionare da appartenenze politiche, antipatie ed inimicizie. Non posso dire lo stesso nei confronti della dirigenza dell’Asl e per la Commissione Disciplina. Tengo questa conferenza stampa perché mi sento in dovere di tutelare la mia dignità personale e professionale. Non sono mai venuto meno ai miei doveri e alle mie responsabilità, la mia storia di medico parla chiaro”.

Il riferimento, oltre che all’attuale direttore Morgante, è all’ex commissario Mario Ferrante e alla commissione disciplinare attivata all’indomani del blitz della Polizia e che ha di fatto prodotto il provvedimento di sospensione nei confronti del medico avellinese.

Poi l’attacco diretto alla Dirigente Generale, accusata di essere legata all’UDC e a De Mita e alla quale Iannaccone pone 5 domande a bruciapelo:

“E’ convinta che le strutture complesse inventate ex novo dall’atto aziendale non saranno affidate a parenti di dirigenti dell’azienda, a esponenti o simpatizzanti della sua stessa parte politica? E’ in grado di affermare che nelle cooperative che lavorano per l’Asl non prestino servizi parenti di dirigenti e funzionari dell’Azienda? E’ disposta a dichiarare che la componente dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari ha agito con un metro di giudizio uniforme rispetto ai casi sui quali si è pronunciata? E’ disponibile a revocare, in regime di autotutela, la delibera di rotazione degli incarichi dei Direttori di Distretto approvata dall’ex commissario Ferrante? E’ disponibile a revocare il provvedimento di autorizzazione all’esercizio di libera professione intramoenia al dottor Alifano per esercitare la metodica dell’ecografia?”.

“Fossi stato al posto della Morgante – conclude Iannaccone – non avrei nominato questa Commissione Disciplinare e non avrei commentato come lei ha fatto: nel mio caso la legge è stata violata, mi hanno colpito con un killer a pagamento e voglio capire chi ha scritto il provvedimento di revoca nei miei confronti”.