“Il Parlamento è chiamato ad una grande responsabilità: recuperare il rapporto di fiducia con i cittadini, restituire all’Italia, soprattutto alle nuove generazioni, la consapevolezza che un sistema democratico ha bisogno di partecipazione, coinvolgimento, condivisione e, nella diversità delle posizioni, di momenti di unità tra le forze politiche sulle grandi questioni.” Lo ha dichiarato Arturo Iannaccone, deputato dell’Mpa, intervenendo in aula alla Camera durante il dibattito sulla fiducia al Governo.
“Ad ogni inizio di legislatura si pone l’accento sulla necessità di una stagione costituente per riformare le istituzioni, renderle più moderne ed efficienti. A tal proposito le riflessioni del Presidente Fini, sviluppate nel suo discorso di insediamento, e quelle sviluppate dal Presidente del Consiglio questa mattina, sono assolutamente condivisibili e sono uno stimolo positivo. La riforma elettorale sarà il primo, importante e decisivo banco di prova: da come essa sarà scritta, se si darà più potere ai cittadini e meno ai vertici di partito si rideterminerà una nuova sintonia con il Paese”.
Iannaccone si è soffermato, poi, sullo schieramento che ha vinto le elezioni che considera una coalizione equilibrata tra “una grande forza politica nazionale che fa riferimento al popolarismo europeo e due grandi forze territoriali: la Lega al nord ed il Movimento per l’Autonomia al sud. Questa formula ha impedito speculazioni, ha rassicurato il Mezzogiorno che questo Governo si impegnerà seriamente a sostenere, consapevole del dramma dei nostri giovani destinati alla disoccupazione o costretti ad emigrare. Come diceva Sturzo è venuto il momento per un Risorgimento meridionale completo, nel quadro del più largo Risorgimento nazionale. Noi siamo pronti alle grandi sfide del federalismo – anche di quello fiscale – così come lo ha riproposto il Presidente del Consiglio questa mattina e che noi condividiamo. Deve essere, però, chiaro ed evidente – come diceva sempre Sturzo – che l’economia nazionale è una e solidale: non vi è un’economia del nord ed una del sud. Il Movimento per l’Autonomia – ha concluso – sarà il propulsore di nuove politiche meridionaliste non basate sui vecchi, logori e contestati canoni dell’assistenzialismo, ma su strumenti moderni e nuovi che non costeranno nulla allo Stato, ma che faranno crescere il sud e che noi abbiamo proposto agli elettori in campagna elettorale”.
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