Avellino – Il Cda dell’Istituto Autonomo Case Popolari ha approvato, questa mattina, il piano di riparto dei finanziamenti regionali per la manutenzione e la realizzazione di alloggi. Distesi i toni delle polemiche delle scorse settimane, il presidente Giovanni Romano è ‘parzialmente’ soddisfatto dell’accordo raggiunto. “Abbiamo recuperato 12 milioni di euro rispetto ai 60 necessari – ha spiegato il numero uno di via Due Principati – ma non possiamo lamentarci. Il piano presentato dall’Ufficio Tecnico era meritevole di approvazione e ben strutturato”. Questa la ripartizione dei fondi accordati da Palazzo Santa Lucia: 1 milione e 600mila euro saranno destinati al recupero di 35 alloggi da assegnare, 800mila euro saranno impiegati per il completamento di 75 alloggi in realizzazione in diversi Comuni, 9 milioni di euro occorreranno ad interventi di manutenzione straordinaria a partire dalle abitazioni popolari di Avellino, Grottaminarda e Solofra. Infine, 300mila euro saranno utilizzati per il rifacimento degli impianti di riscaldamento dove è necessario. “Con l’approvazione del piano – continua Romano – passeremo alla fase B, ovvero inviare il materiale alla Regione per l’ok definitivo. Dopo 60 giorni partirà l’esecuzione dei lavori già cantierabili”. Una boccata d’ossigeno per l’ Iacp dopo la bufera di settembre che ha visto Romano nell’occhio del ciclone. Ma le emergenze, purtroppo, restano come la necessità e la ‘fame di case’. “Ai vecchi poveri – spiega ancora – si aggiungono i nuovi poveri, ovvero tutti i nuclei familiari monoreddito. La forbice si allarga sempre più e i bisogni superano le risorse”. Ma, parlando in termini immobiliari, per Romano vige una forte contraddizione dovuta soprattutto ai privati. E lo spiega: “Il patrimonio immobiliare in Irpinia è composto da 196mila alloggi di cui 46mila inabitati di proprietà dei soggetti privati che, per la maggior parte dei casi, sono immessi sul mercato. Altri 107mila sono di proprietà e ricoprono il 71 per cento dell’edilizia, 23mila alloggi sono in fitto e 23mila 500 appartengono ad abitazioni popolari occupate a vario titolo. A monte di questi dati, emerge una grave osservazione. I privati preferiscono avere appartamenti o altro genere di alloggio inabitato pur di non abbassare quelle che sono le richieste economiche di locazione senza rendersi conto che oggi le famiglie stentano ad arrivare a fine mese. Le risorse finanziare pubbliche non bastano per arginare l’emergenza casa. I prezzi d’affitto sono inaccessibili e questo porta a quel malcontento generale di cui siamo stati protagonisti”. Poi l’auspicio del presidente dell’Iacp: “Spero che presto la Regione ci restituisca la parte di fondi sottratta e che il governo Berlusconi vari, in tempi brevi, un piano di edilizia pubblica di qualità”. (mar.ma)
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