Marco Imbimbo – Ettore Iacovacci, consigliere di “Avellino Democratica”, è stato tra i primi a tendere una mano all’amministrazione Ciampi, anche votando le linee programmatiche. Atto di cui “non mi pento”, spiega non senza risparmiare qualche critica. “E’ stato sbagliato sfiduciare Ciampi, ma se il sindaco avesse dimostrato maggiore autonomia, senza seguire la linea del Movimento, oggi la situazione sarebbe diversa”.
La sfiducia è stata approvata e ora bisognerà ricominciare tutto daccapo, con nuove elezioni. Era possibile evitare questo passaggio e andare avanti?
Penso proprio di sì. Fin dall’inizio molti hanno chiesto che si discutesse prima dell’eventuale dissesto e poi della sfiducia, poi alcuni esponenti come Cipriano e i Popolari hanno cambiato idea. Verso la fine del Consiglio, inoltre, ho visto una cosa non bella, quando il sindaco ha provato a prendere la parola, ma non lo hanno fatto parlare. Un presidente del Consiglio non può consentire una cosa del genere, lui dovrebbe essere a garanzia dell’Aula, non può non far parlare un sindaco dopo 6 ore di attacchi. Mi è sembrato molto pretestuoso.
Tra l’altro proprio lei ha contestato duramente il presidente Maggio.
Questo tipo di atteggiamento è sbagliato, non si può togliere la parola al sindaco. Tutto ciò fa capire che è stato un presidente del Consiglio di parte, inoltre è tra i firmatari della mozione di sfiducia, altra scorrettezza. Avrebbe almeno potuto astenersi in sede di votazione. Non dimentichiamo che è stato eletto presidente anche con i voti dei 5 Stelle. Io ho subito questo voto dato a Maggio, visto che ero candidato alla presidenza.
Nonostante quanto accaduto sulla presidenza del Consiglio, lei ha deciso lo stesso di tendere una mano all’amministrazione pentastellata. Perché?
Sono stato corretto fino alla fine. Ho indicato dei punti programmatici, gli stessi con la quale mi sono appoggiato alla coalizione di Pizza. Si trattava di aspetti tutti importanti per la città, come la sorveglianza o le politiche sociali. Infatti nell’ultimo Consiglio è stata votata la convenzione per la Caritas, ciò dimostra che avevo ragione nell’appoggiare quelle linee programmatiche, che non sono il programma dei 5 Stelle.
Quindi non si pente di aver appoggiato questa amministrazione?
Quando faccio un accordo lo rispetto fino alla fine. Ho seguito e votato le linee programmatiche, mentre mi sono opposto alla mozione di sfiducia perché non la ritengo giusto. Poi ognuno continuerà a seguire la propria strada. Ciampi rimarrà con i 5 stelle e io resta della mia opinione politica.
Non ci sarà, insomma, un suo avvicinamento ai 5 Stelle?
Assolutamente no.
Secondo varie voci, tra venerdì sera e lunedì mattina, lei e Ciampi avreste fatto numerose telefonate agli esponenti del fronte della sfiducia per farli desistere, anche proponendo l’azzeramento della Giunta dopo il dissesto. E’ vero?
Non ci sono state telefonate, Avellino è una città piccola quindi magari è capitato di incontrare qualche consigliere per strada e parlarne, ma non per far cambiare idea. Io non ho l’autonomia di gestire la parte politica del sindaco, se la gestisce lui. Basti pensare che, dato che non aveva i numeri per governare, gli avevo suggerito degli atti per arrivare un governo di salute pubblica. Lui non ha voluto mai seguire questa strada. Quindi come avrei potuto trattare io un qualcosa che lui non ha voluto fare?
Lei quindi contesta a Ciampi questa sua volontà di non aver mai voluto dialogare con gli altri gruppi?
Più che altro gli contesto la decisione nel voler seguire la linea che gli è stata imposta dal Movimento. Se Ciampi fosse stato lasciato libero dalle pressioni del Movimento, probabilmente, per il bene della città, visto che lui ci tiene veramente, forse avrebbe fatto delle apertura. M questo non significava fare prebende o dare assessorati, ma dialogare con qualche parte politica sui provvedimenti da portare in Aula. Con 5 consiglieri non si può governare una città. Se vuoi portare dei punti programmatici, lo devi fare insieme agli altri, innanzitutto scegliendo quali punti portare avanti. Non si può pensare di scegliere da soli cosa fare e pretendere che gli altri votino.
Insomma suggeriva una sorta di alleanza come nel governo nazionale?
Non proprio, perché quando Sibilia dice che qualcuno ha avanzato pretese, non dice una cosa vera. Nessuno ha chiesto mai niente. Io, ad esempio, ho votato a favore delle linee programmatiche senza ricevere niente anche perché non avevo chiesto nulla. Ho dato un contributo alle linee programmatiche e agli assessorati.
Quindi possiamo dire che questa sfiducia sia stata causata, non tanto dal sindaco, ma dall’atteggiamento ostile del Movimento 5 Stelle nei riguardi di tutto il Consiglio e da quel clima di perenne scontro?
Assolutamente si. Sull’arrivo della sfiducia in Aula hanno esasperato il confronto e alla fine è arrivata. Ciampi è stato votato da una parte consistente della città, ma voglio ricordare a Sibilia che, dopo le elezioni, Ciampi diventa il sindaco di tutti, anche delle opposizioni. Non è il sindaco del Movimento. Senza dimenticare che altre forze politiche lo avevano sostenuto al ballottaggio. Quindi, essendo Ciampi il sindaco della città, se vuole fare dei punti programmatici deve ascoltare e condividerli con tutti, a maggior ragione se non hai i numeri all’interno dell’Aula.
Non pensa che ad inasprire ulteriormente gli animi abbia contributo anche la vicenda Acs, a 24 ore dalla sfiducia?
Su questo non è stata fatta chiarezza. Agli atti ci sono le dimissioni dell’amministratore Greco, quindi il sindaco non poteva lasciare l’Acs senza guida. Se Ciampi avesse realmente voluto nominare qualcuno, lo avrebbe fatto giorni prima, non aspettava l’ultimo momento, dato che la sfiducia era stata depositata un mese fa. Ma sono arrivate le dimissioni di Greco e bisognava individuare un nuovo amministratore.