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I revisori non indicano la via, intanto il Comune risponde al Mef. Si allontana il dissesto?

Marco Imbimbo – La relazione dei revisori dei conti era stata presentata come la soluzione a tutti i mali. Quella che avrebbe dovuto sciogliere definitivamente ogni dubbio sul futuro del Comune di Avellino, perché a Palazzo di Città si sta vivendo una doppia anomalia. ù

La prima è quella che vede il settore Finanze proporre il pre-dissesto, mentre la Giunta aveva avanzato l’idea del dissesto. La seconda riguarda proprio quest’ultima soluzione che, di norma, viene proposta dal settore Finanze alla Giunta che, a sua volta, la prende in considerazione e la porta in Consiglio Comunale. In mezzo, però, subentra sempre una valutazione dei revisori dei conti che deve attestare l’inevitabilità del dissesto, per “convincere” sia la Giunta che il Consiglio Comunale. A Palazzo di Città quest’ordine è stato stravolto. La dichiarazione di dissesto è arrivata direttamente dalla Giunta, con parere diverso da parte del settore Finanze, ma soprattutto senza una valutazione preventiva del collegio dei revisori. Per il commissario Giuseppe Priolo sarà una bella gatta da pelare anche perché, in tutto ciò, i revisori dei conti hanno prodotto la tanto attesa relazione, ma senza suggerire una soluzione, tra dissesto o pre-dissesto.

Il documento consegnato all’attenzione del commissario e dei suoi due vice, parte dalla proposta di dissesto della Giunta e va ad indagare, numeri e carte alle mano, sulle cause che hanno portato allo squilibrio dei conti, senza però esprimere, in conclusione, un parere sulla necessità o meno di dichiarare il dissesto. Questa non decisione, nonostante la loro relazione prenda spunto da una delibera di dissesto, potrebbe essere letta come un parere non favorevole proprio al dissesto, tra l’altro questo termine non verrebbe mai citato nella relazione. Inoltre le criticità rilevate dai revisori riguarderebbero principalmente cose già ed evidenziate sia dal Mef che dal lavoro del commissario Tommasino sul Consuntivo 2017, ovvero la forte difficoltà dell’ente nel riscuotere quanto spetta, tra tributi, canoni e altro. Insomma, il maggiore disavanzo registrato potrebbe essere stato causato da questo problema.

Nessun accenno,  se non minimo, a eventuali possibilità di ridurre la spesa dell’ente o a mettere a reddito il consistente patrimonio comunale. D’altronde questi due aspetti vengono trattati in maniera marginale anche nella delibera di Giunta sul dissesto, su cui si basa la relazione dei revisori. Le difficoltà di riscossione dell’ente portano inevitabilmente all’aumento dei residui attivi, ovvero dei crediti.

Per quanto riguarda le casse comunali, invece, non ci sarebbero anticipazioni di tesoreria per l’anno in corso, mentre quelle precedenti risulterebbero restituite interamente al termine di ogni esercizio contabile. Diverso il discorso all’utilizzo per altre spese di una parte della cassa vincolata, procedura, questa, consentita dalle normative in materia, anche se negli ultimi anni il Comune ha registrato una difficoltà nel ricostituire i fondi utilizzati della parte vincolata.

La relazione dei revisori, insomma, non toglie le castagne dal fuoco né serve a mettere chiarezza sulla procedura atipica adottata a Palazzo di Città

Nel frattempo, però, l’ente di Piazza del Popolo ha inviato al Mef le risposte alle criticità nei conti comunali sottolineate nella loro relazione recapitata in primavera a Palazzo di Città. Relazione, da cui, proprio l’ex Giunta Ciampi aveva preso spunto per la sua dichiarazione di dissesto.

Dal Comune è stata contestata gran parte dei rilievi, definita priva di consistenza, e dettata o da letture sbagliate o da errori da parte degli uffici nella consegna di documenti o allegati completi.

Tra i punti contestati c’è quello che riguarda le differenze tra le previsioni dell’ente e le reali entrate. Secondo Palazzo di Città ciò sarebbe stato causato dai mancati trasferimenti di fondi nazionali o regionali. Inoltre è stato contestato il mancato raggiungimento dell’equilibrio nel Consuntivo 2014, una lettura che non avrebbe tenuto conto di alcuni dati, ma anche rettifiche dei residui avvenute l’anno successivo. Anche sui residui che il Mef aveva definito di dubbia esigibilità o privi di titolo giuridico, l’ente ha prodotto un incartamento che invece smonterebbe questa tesi. Come nel caso di un credito di 1,2 milioni di euro che il Comune attende dalla Regione dal 2009 per la stabilizzazione degli L.s.u., ma c’è anche quello legato ai fitti arretrati dello stadio “Partenio”, certificato ufficialmente lo scorso mese di aprile.

Per quanto riguarda, invece, la riscossione dei residui, viene confermata dall’ente una difficoltà, anche se il 2017 ha fatto registrare un aumento passando dal 15% a quasi il 24%. Per contro, però, dal Comune sottolineano come la riscossione delle entrate tributarie spetti ad Equitalia.

Altro punto contestato dall’ente è quello del tempo medio di pagamento dei debiti che, dal 2016 in poi, si è abbassato notevolmente passando dai precedenti 93,93 giorni ai 62,28 giorni nel 2017.

Le risposte date alle criticità del Mef hanno riguardato anche l’assunzione di 4 dipendenti tra il 2014 e il 2016 quando l’ente era strutturalmente deficitario, ma quelle assunzioni non avrebbero violato i vincoli di natura economica, così come la mancata adozione dei piani di performance per alcuni anni che è stata colmata lo scorso mese di giugno. Invece il Mef sarebbe stato indotto in errore dal Comune stesso per quanto riguarda la spesa per il personale tra il 2012 e il 2016, a causa di dati non corretti forniti dall’ente stesso che ha poi inviato  la tabella giusta.

Tutte le risposte inviate dall’ente al Mef, verranno valutate dal Ministero che, a sua volta, le invierà alla Corte dei Conti. Se dovessero risultare superate le criticità, allora il tutto verrebbe archiviato, altrimenti la Corte dei Conti attiverà le procedure di danno erariale.

Inoltre le risposte inviate al Mef potrebbero risultare fondamentali perchè, proprio da quella relazione, aveva preso spunto l’ex Giunta Ciampi per la sua proposta di dissesto che, a questo punto, rischia di vacillare sia per la relazione dei revisori dei conti, dove il dissesto non viene mai citato, che per le repliche dell’ente al Mef e alle sue obiezioni sui conti comunali.

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