“In un’estate certamente critica e inclemente da tanti punti di vista – si legge nella lettera – anche il calcio ha vissuto e sta vivendo le sue difficoltà. E la Serie B non fa eccezione.
Ma le difficoltà fanno parte del cammino e la Lega, della quale facciamo parte e che ci rappresenta, ha dimostrato fin dalla sua nascita nel 2010 di saper affrontare tutte le circostanze, a partire da quelle negative che non mancano, con compostezza, correttezza, competenza, determinazione e, soprattutto, unita d’intenti.
In questo quadro – continua – un ruolo fondamentale lo svolge il sistema dei media, che ha il diritto di analizzare e criticare, “possibilmente” civilmente e costruttivamente. Un sistema che pensiamo abbia il diritto-dovere di informarsi e poi informare l’opinione pubblica, per consentire la comprensione di ciò che succede ed evitare che ai problemi si aggiunga ulteriore confusione, della quale soprattutto in questa fase non si avverte il bisogno. La nostra è una Lega che, a partire dal Presidente Andrea Abodi, ha sempre dimostrato di saper ascoltare e rispondere, peraltro non solo ai giornalisti, ma anche alla gente, ai Tifosi. Per una forma di rispetto che rappresenta un dovere di ruolo e di funzione.
Ma a questo dovere riteniamo debba corrispondere, però, uguale rispetto da parte di chiunque, tanto più se opera in ambito professionale. Per questa ragione riteniamo inaccettabili la campagna di disinformazione rispetto alle attività della Lega e gli attacchi personali al nostro presidente Abodi che da mesi sta portando avanti un giornalista e alcuni suoi collaboratori sull’emittente televisiva Sportitalia e sul sito Tutto Mercato Web.
La libertà di antenna e di pensiero, il diritto alla critica anche aspra, devono essere accompagnati dal rispetto di regole deontologiche delle quali deve essere garante, a parte la coscienza individuale, anche l’Ordine dei Giornalisti. Tutte le società associate alla Lega Serie B, ancora una volta unite nell’impegno per la tutela del bene comune, prendono questa posizione a tutela della reputazione della famiglia sportiva che rappresentano.
La disinformazione reiterata è una pratica incivile, come la diffamazione. Ma se per la prima c’è un giudizio morale, per la seconda il giudizio non potrà che essere formale. Nell’interesse di tutti”.