Un piatto a tavola, ad Avellino, sono in tanti a non riuscire a metterlo. Non solo a Natale, non solo in questo periodo di festa. “E’ una vera e propria emergenza sociale, un’emergenza per 365 giorni all’anno”. Il Vescovo di Avellino, Monsignor Arturo Aiello, è uno abituato a parlare sempre in maniera molto chiara e franca. Oggi, uomo tra gli uomini, ha voluto salutare i 60 e più poveri prima del consueto pranzo di Natale presso la casa della Fraternità “Mons Antonio Forte” (“un nome dolcissimo”, dice Aiello) di via Morelli e Silvati.
“L’opera caritativa deve essere continua, il pericolo è quello del buonismo a tema che si verifica solo in questi giorni. Dobbiamo essere sempre attenti a chi è meno fortunato di noi, a chi prima era in condizioni migliori di vita e, all’improvviso, si è visto abbassarsi il livello del proprio reddito, mettendo seriamente a rischio anche i bisogni primari. L’attenzione verso questi problemi e l’accoglienza sono due cose molto importanti”.
Parla a cuore aperto, il Vescovo di Avellino. Prima ai giornalisti e poi agli ospiti della struttura. La domanda è se l’Irpinia sia o meno una terra accogliente. Aiello sembra rifletterci qualche secondo in più. “C’è senz’altro apertura – afferma -. Ma dobbiamo liberarci dalle pressioni che arrivano dall’esterno e che incutono paura e sospetto, dobbiamo cercare di tenere libera la mente perché non è mai utile fare le guerre. In tanti bussano alla porta del nostro cuore. Ma non hanno bisogno solo di pane. Necessitano anche di ascolto. Tante persone sono sole, pur vivendo in condizioni agiate. La solitudine le attanaglia”.
Già, il pane. “Betlemme, in ebraico Beit Lehem, significa la Casa del Pane”, ricorda il Vescovo. “Non basta solo il pane per riempire lo stomaco. Le persone chiedono convivialità, ovvero al pane dello stomaco vorrebbero che si accompagnasse il pane della compagnia e dell’affetto . E’ compito di tutti fare il proprio dovere, nessuno è esente. Non possiamo permetterci di scrollarci di dosso le nostre responsabilità, pensando sempre che tocchi agli altri”.
Il messaggio di Natale del Vescovo è proprio questo: “Non perdiamo di vista l’essenziale, Dio arriva tra di noi e noi dobbiamo fargli spazio. Così come dobbiamo fare spazio a Lui, dobbiamo fare spazio anche agli altri. Lui viene a salvarci ma anche noi, nel nostro piccolo, possiamo salvare qualcuno. Ed allora il mio augurio è che il Natale ci trovi più umani, perché solo così è un buon Natale. Se siamo cresciuti in termini di umanità, in un anno, è una cosa positiva e gradita al Signore”.
La carità ad Avellino è soprattutto via Morelli e Silvati. “Qui c’è un vero e proprio polo della carità. Quando Monsignor Forte, sempre presente nel cuore degli avellinesi e non solo, l’ha istituito, volevo che fosse un segno e che a questo segno se ne aggiungessero anche degli altri. Perché di altre mense, dormitori, luoghi di accoglienza, ne avremmo bisogno”.