Alfredo Picariello – Tradizionale e contenuto. Queste le principali caratteristiche della contraffazione in Irpinia. Nell’ultimo decennio, in provincia di Avellino la Guardia di Finanza ha sequestrato 218.388 articoli durante 418 operazioni. Più consistente, invece, la vendita di prodotti poco sicuri. E’ il succo dei dati dello studio Mise-Censis “Analisi della contraffazione nella provincia di Avellino” presentato a Palazzo di Governo alla presenza, tra gli altri, del Prefetto di Avellino, Paola Spena, del comandante provinciale della Guardia di Finanza, Gennaro Ottaiano, del presidente della Camera di Commercio, Oreste La Stella, di Sabino Basso, Francesco Corbo, (Assoconsum), Edoardo Imperiale, direttore generale stazione Sperimentale per l’industria delle pelli e delle materia concianti.
Il mercato del fake in Irpinia consiste, in pratica, nella vendita di prodotti che sono imitazioni dei grandi marchi di abbigliamento, calzature, ma anche giocattoli e profumi. Il tutto accade, in prevalenza, in città, molto di meno negli altri comuni. Non ci sono opifici dediti alla produzione o all’assemblaggio in loco di imitazioni. I prodotti falsi vengono portati in città in prevalenza da immigrati africani o asiatici. L’unica eccezione è un sequestro che si è verificato proprio quest’anno, quando sono state scoperte etichette con loghi di grandi marchi di telefonia e dell’informatica.
Il settore dell’enogastronomia è tra i più a rischio di contraffazione, soprattutto fuori provincia. In Irpinia, però, sono state sporaridiche le operazioni in tal senso effettuate dalle forze dell’ordine in questi anni, “a testimonianza di una comunità sana, consapevole dei rischi e dei costi che la contraffazione determina a livello individuale e collettivo”.
Più consistente rispetto alla contraffazione è il mercato dei prodotti non sicuri che è ampio e variegato. I prodotti più sequestrati sono stati giocattoli, cosmetici, apparecchiature elettriche. Mercato alimentato anche dalla presenza di negozi di origine cinese, cresciuta fortemente negli ultimi dieci anni. Si tatta, come detto, di un mercato consistente. Nel febbraio di quest’anno, la Guardia di Finanza di Avellino ha sequestrato 13.000 articoli di profumeria e igiene della persona non conformi alla normativa.
Tante, inoltre, le operazioni condotte in questi anni, specialmente in prossimità della feste – Capodanno e Ferragosto – che hanno consentito di sequestrare ingenti quantità di materiale esplosivo non sicuro o detenuto illegalemente in depositi non idonei. Nel febbraio 2018 oltre 100.000 prodotti, tra cui fuochi pirotecnici privi dei requisiti essenzali previsti dalle norme, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Avellino in un negozio gestito da cinesi.
Il mercato della contraffazione in Irpinia si manifesta, dunque, con numeri contenuti. Nel 2018 la Guardia di Finanza ha effettuato 27 sequestri, per un totale di 1.467 articoli. Nell’ultimo decennio, c’è stato un calo sia dei sequestri (-55,7%) che dei prodotti sequestrati (-85,9%).
La maggior parte dei sequestri riguarda l’abbigliamento (44%). Per quel che riguarda il numero di articoli sequestrati, si conferma il ruolo centrale dei prodotti di vestiario: dall’abbigliamento, agli accessori, fino alle calzature.
Ad Avellino, la contraffazione si esaurisce nella vendita di prodotti fake. Negli ultimi anni è segnalata una crescita dovuta all’ampliamento dei canali di vendita: infatti, alla vendita di merce contraffata dai venditori ambulanti, si è aggiunta in questi anni quella online. La merce falsa che arriva nel territorio, quasi sempre di origine asiatica, proviene dalle aree in cui si trovano le basi logistiche che, nel caso della Campania, sono soprattutto tra la provincia di Napoli e quella di Caserta.
Tra i prodotti più esposti alla contraffazione gli articoli sportivi, le calzature e gli accessori griffati come borse, cinture e orologi. Si segnala, negli ultimi anni, la crescita della vendita di componenti contraffatti per apparecchi elettronici.
Avellino si configura unicamente come meta di destinazione finale di prodotti contraffatti. Guardando ai dati del 2018, emerge con forza l’influenza della vicina Napoli: nell’ultimo anno le Dogane hanno effettuato al porto di Napoli un sequestro di 1.500 giochi e giocattoli destinati all’Irpinia.