Guardie giurate sul piede di guerra: “Visite mediche troppo costose e le aziende non rimborsano”

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La nota di Lorenzo Tramaglino Presidente A.G.R.I CAMPANIA e del vicepresidente Rocco Gervasio.

Guardie giurate sul piede di guerra. Il motivo? La visita medica biennale per il rinnovo del porto d’armi. Fino a un mese fa la procedura costava complessivamente circa 50 euro. Con la nuova normativa, invece, il costo è levitato fino a circa 400 euro, perché ci sono una serie di esami e analisi da allegare alla richiesta molto costosi. I costi dovrebbero essere anticipati dal lavoratore e rimborsati in seguito dall’azienda. Ma non sempre avviene. Anzi, ora in molti casi – spiega Lorenzo Tramaglino presidente guardie riunite d’Italia sezione Campania – talune aziende di sicurezza fanno orecchie da mercante, lasciando gravare le spese a carico del lavoratore

I Ministri dell’Interno Salvini e del Lavoro Di Maio devono trovare una soluzione al problema del rinnovo dei porto di pistola delle guardie giurate -, un problema creato da scelte poco accorte dall’amministrazione della Pubblica Sicurezza. Esclusi i medici della Polizia e Militari il rilascio dei certificati è affidato esclusivamente alle Asl e agli ospedali militari: è stato creato un “collo d’imbuto” che oltre a rallentare la procedura la rende costosissima.

Le guardie giurate chiedono – di avere un trattamento pari a quello delle altre forze dell’ordine che non risulta siano “vessati” con così approfonditi controlli ogni due anni, sborsando tra i 250 e gli oltre 400 euro, senza certezze e nella discrezionalità assoluta dei medici delle Asl.

Ciò comporta non solo imprevedibilità dei tempi per il rinnovo del porto d’armi, ma anche, come avvenuto in taluni casi, la sospensione del rapporto di lavoro (e dallo stipendio) di chi senza alcuna colpa propria non riesce a ottenere le certificazioni in tempo utile per il rinnovo. Mentre censuriamo scelte ministeriali compiute da chi non conosce la realtà territoriale, chiediamo che siano sospese queste nuove disposizioni fino a quando la pubblica amministrazione non si sarà strutturalmente organizzata per dare una risposta efficace e per applicarle non solo alle guardie giurate ma a tutte le professioni per le quali sia richiesto l’uso delle armi.