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Google sotto accusa, ritorsioni a chi aveva protestato contro le molestie sessuali in azienda

Lo scorso ottobre, Google era stato colpito dallo scandalo delle molestie sessuali, che aveva costretto l’azienda di Mountain View a licenziare 48 dipendenti perché accusati di aver commesso abusi o molestie negli ultimi due anni.

Ora due donne, dipendenti del gigante dell’informatica che avevano organizzato la protesta nei mesi successivi allo scandalo, si sono trovate a far fronte a dure ritorsioni da parte della società.

Secondo il New York Times, infatti, le due donne vedranno a breve ridimensionati i propri compiti all’interno dell’azienda. Questo nonostante i ruoli ricoperti siano di un certo peso: Meredith Whittaker, da una parte, è la manager del marketing di YouTube; mentre dall’altra, Claire Stapleton, ricercatrice dell’intelligenza artificiale.

Oltre a vedere il ruolo ridimensionato, alla Stapleton è stato chiesto di prendersi un periodo di malattia nonostante non fosse malata. La Whittaker, invece, è stata invitata ad abbandonare il posto alla New York University. Le due donne avevano aiutato ad organizzare la protesta dei dipendenti di Google contro le modalità con cui la società ha affrontato le molestie sessuali.

La società di Mountain View ha risposto alle accuse attraverso un comunicato stampa in cui si garantisce che “ritorsioni sul posto di lavoro sono assolutamente proibite” e specificando che la decisione di riorganizzare il ruolo delle due dipendenti sia semplicemente una scelta nata “per tenere il passo con le esigenze aziendali in evoluzione. Non ci sono rappresaglie qui.”

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