Vanni Chieffo, dirigente provinciale del Partito Democratico, come sta vivendo questo inizio di campagna elettorale?
“Per me non è ancora entrata nel vivo, non abbiamo nemmeno i candidati. Il problema principale è che siamo in ritardo, era il caso di avere i nomi già da una settimana.”
Ma è arrivata la proposta della Segreteria regionale che ha indicato in Paris, De Luca, D’Amelio e Famiglietti i possibili rappresentanti irpini…
“Non so a che titolo la segreteria regionale ha immaginato di poter esprimere in modo autonomo dei candidati. Una scelta che hanno fatto loro e sulla quale ricadranno eventuali responsabilità. Noi eravamo ancora fermi all’anima del Pd, alle Primarie, al coinvolgimento dei territori.”
A proposito di territori, è di qualche giorno fa la lettera che alcuni esponenti altirpini del Pd hanno inviato a Renzi per esprimere il proprio dissenso rispetto alla candidatura di Giuseppe De Mita.
“I candidati dovrebbero essere persone che si sono impegnate per il Pd, militanti, non persone che provengono addirittura dall’opposizione al Partito Democratico e che oggi, per una questione di convenienza, vanno cercando una candidatura all’interno della compagine. I nostri iscritti e i nostri elettori avranno problemi di “coscienza”, per così dire, nel votare rappresentanti che sono stati sempre dall’altra parte della barricata.”
E sulla possibile candidatura di Angelo Antonio D’Agostino che giorno dopo giorno sembra sfumare sempre di più?
“Io sono uomo di partito da sempre. E sono per le candidature di persone che il partito l’hanno vissuto e che hanno militato in esso. Persone di provenienza diversa non possono essere candidate alla prima occasione.”
Il panorama preelettorale è ancora indefinito con un’incertezza che divora tutti i partiti in lizza. Chi sfavorisce il caos?
“Sicuramente non favorisce il Pd; siamo in forte ritardo, il nostro è un partito con difficoltà a livello nazionale, che già doveva stare in campagna elettorale. Ci si trastulla in attesa del 29 e del messia che determinerà le candidature. Ne riparleremo dopo.”
Il Pd regionale ha candidato gli uscenti Famiglietti e Paris e i candidati alle scorse regionali D’Amelio e De Luca. Una considerazione: o i 4 del Direttorio hanno fatto veramente bene in questi anni sui territori o non c’è nessun giovane dirigente Pd in grado di prendere in mano il partito. Quale delle due?
“Il partito ha semplicemente trovato le scorciatoie più facili per evitare di discutere. Bastava fare le primarie come nel 2013, chi aveva intenzione di dare il suo contributo si sarebbe potuto candidare e, una volta scelto dagli iscritti, sarebbe potuto partire sulla base di un consenso reale. Ed invece tutto si decide intorno al caminetto, la solita abitudine di vecchi partiti come Dc e Pci.”
E David Ermini?
“Sarebbe meglio si interessasse della Toscana, ci andrebbe a guadagnare. Non conosce nessuno al di fuori delle mura di Via Tagliamento. Per me non è un riferimento, il Pd non ha una conduzione in questo periodo.”
Pasquale Manganiello