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“Gli ho dato uno schiaffo, ora mi sento meglio”: Asilo degli orrori, le intercettazioni

Pasquale Manganiello – Nei weekend, come avvenuto a fine Maggio con l’acquisto di una dose in piazzale Maciachini da uno spacciatore e come accertato da una perquisizione, Milena Ceres, la maestra dell’Asilo degli orrori di Milano ora ai domiciliari, fumava hashish per rilassarsi. Durante la settimana gestiva insieme al compagno, Enrico Piroddi, l’asilo di Viale Sarca.

Oltre alle immagini raccapriccianti diffuse dalle telecamere, le cimici dei carabinieri hanno permesso di intercettare il linguaggio che la Ceres utilizzava contestualmente alle violenze.

In un’occasione, dopo aver picchiato un bambino, Ceres diceva: «Gli ho dato uno schiaffo e mi è proprio uscito dal cuore… Mi sento meglio… Mi sento proprio liberata adesso ah ah ah».

In una intercettazione telefonica Piroddi riprende la compagna con la quale avrebbe dovuto convolare a nozze sabato prossimo:

P: “La bambina si è svegliata con dei segni rossi in faccia. Volevo capire se era un tuo schiaffo».

C.: “Gliel’ho dato in testa, non in faccia. Non sono così stupida. E comunque, metti un po’ di cremina… Dirai alla mamma che mentre giocava s’è fatta male”.

La donna minacciava e offendeva i bimbi:

“Devi mangiare senza piangere sennò vai in bagno”.

“Questo qui è ritardato… Ma quando se ne accorge la mamma che il figlio è un ritardato?”

Costringeva le colleghe a seguire il suo “esempio”:

“Non abbiate paura a spaventarli, i bambini.”

Il primo aprile scorso un piccolo di due anni fu legato con le cinghie a una sdraio, portato nel bagno e lì abbandonato; siccome nell’agitarsi era caduto provocandosi ferite alla fronte e un orecchio, e aveva iniziato a piangere, Ceres aveva rincarato la dose: stringere più forte le cinghie e chiuderlo di nuovo nella prigione. L’indomani nel gabinetto c’era finita una bimba di nove mesi: dalle 9.15 alle 11.08.

In un caso, a un bambino vennero provocate apnee, con conseguente respiro affannoso e un grande sforzo per recuperare aria che aveva causato la rottura dei capillari del viso. In un altro caso, una bimba era stata sbattuta a terra e tirata per i capelli.

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