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Giunta e Presidenza del Consiglio: Ciampi cerca la quadra, la Santa Alleanza pone paletti

Marco Imbimbo e Renato Spiniello – Sono giorni frenetici per il governo Ciampi e la sua formazione. Gli incontri si susseguono in maniera informale tra i 5 Stelle e la Santa Alleanza composta da Luca Cipriano, Dino Preziosi e Sabino Morano. Oggetto di confronto è la formazione della Giunta. I tre alleati attendono comunicazioni dal primo cittadino, in quanto la formazione della squadra di governo è una sua prerogativa.

Nessuna richiesta esplicita sarebbe stata avanzata su eventuali posti in giunta, anzi sia Cipriano che Morano e Preziosi ribadiscono quanto detto prima del ballottaggio: non siamo interessati a posti e poltrone. Per contro c’è quello che potremmo definire un paletto posto dalla Santa Alleanza: la Giunta deve essere tecnica, di alto profilo e composta da esterni. Tradotto: nessun consigliere pentastellato dovrà ottenere deleghe. Una posizione, questa, che nasce dalla motivazione che ha portato i tre a sostenere apertamente Ciampi al ballottaggio: garantire governabilità, ma nell’esclusivo interesse della città di Avellino.

L’ingresso in Giunta di qualche consigliere pentastellato cambierebbe, inevitabilmente, le carte sul tavolo. E a quel punto potrebbero cambiare anche le richieste di Cipriano, Morano e Preziosi. Se la giunta dovesse assumere un profilo politico, piuttosto che tecnico, allora i tre potrebbero chiedere di partecipare ai giochi facendo leva sul sostegno garantito al ballottaggio, ma anche sulla loro composizione numerica in Aula rispetto ai 5 Stelle: otto contro sei, Ciampi compreso. Giochi tutti aperti dunque.

Il Movimento 5 Stelle sta cercando di sciogliere le riserve sulla composizione della Giunta e non manca un minimo di fibrillazione nel gruppo, anzi al momento l’ipotesi più probabile è che si vada verso una Giunta mista, sia tecnica che politica. A quel punto bisognerà capire la reazione della Santa Alleanza.

Ipotesi a parte, per ora sembra certo che l’assessorato al Bilancio andrà a Gianluca Forgione, il tecnico presentato da Ciampi in campagna elettorale, così come sembra confermata Fiorina Capozzi come super-consulente alle partecipate, non proprio un assessore dunque. Così come trova conferma la possibilità di dar vita all’assessorato alla Legalità più volte annunciato da Ciampi. Di fronte a una giunta tutta tecnica, inoltre, non è detto che la Santa Alleanza ne resti fuori. Sia Cipriano che Morano, durante la campagna elettorale, avevano presentato alcuni assessori, sempre tecnici, pronti ad essere nominati in caso di vittoria. Coincidenza vuole che non ci sia sovrapposizione tra le deleghe a cui avevano pensato. Se Morano aveva pensato a Franco Zaccaro per i “Fondi Europei”, Cipriano aveva fatto i nomi di Luisa Bocciero (Pubblica Istruzione), Andrea Giorgio (Innovazione), Maurizio Galasso (Ambiente) e Benedetto Vittorio De Maio (Contenzioso). Non è escluso che qualcuno entri a far parte della giunta. Morano, infatti, non ha perso le speranze di vedere Zaccaro come assessore. Un po’ difficile, invece, ritrovarci il filosofo Fusaro a Palazzo di Città.

Oltre alla giunta, c’è anche un’altra questione da risolvere: la nomina del Presidente del Consiglio. Aspetto non secondario, perchè dal nome che verrà fuori, dipende anche l’eventuale dialogo con l’opposizione a cui fa capo Nello PIzza. Anche in questo caso spetterà a Ciampi decidere se pescare il presidente tra i 14 consiglieri che lo sostengono o aprire le porte al centrosinistra. Nel primo caso le attenzioni potrebbero ricadere su Dino Preziosi, nome che otterrebbe il favore di Cipriano e i suoi, ma verrebbe giudicato autorevole anche da parte dell’opposizione. Nel caso in cui venisse data a quest’ultima la possibilità di indicare un nome, allora ci sarebbe un paletto insormontabile sia da Ciampi che dalla Santa Alleanza: nessuna continuità con l’amministrazione Foti. Per intenderci sarà impossibile assistere a un Petitto bis, a meno che l’opposizione non decidesse di votarlo in blocco (i numeri ci sono), ma creando una frattura insanabile con il governo cittadino.

Più facile, invece, ipotizzare un nome tra Stefano La Verde, Ugo Maggio e Gianluca Festa. Tutti nomi riconducibili al Pd, ma che sono sempre stati in contrasto con l’amministrazione Foti. La Verde venne cacciato da quella Giunta, Festa è stato il più feroce oppositore di quella esperienza e Maggio non era presente in consiglio, ma pur sempre vicino a Festa. Gli altri 15 consiglieri d’opposizione non troverebbero il favore della Santa Alleanza, o per una questione politica o di scarsa esperienza amministrativa.

La possibilità di far indicare all’opposizione il presidente del Consiglio avrebbe una valenza politica importante perchè contribuirebbe a creare un clima distensivo in Aula, almeno all’inizio della consiliatura e farla partire nel migliore dei modi. D’altronde la realtà dei fatti parla di un governo Ciampi bisognoso di qualche numero in più in Consiglio per garantirsi la maggioranza, quindi un dialogo con l’opposizione, o almeno parte di essa, potrebbe risultare fruttifero nell’ottica di un governo di salute pubblica, fermo restando chiaramente i distinguo e le posizioni in Aula. Da tutti questi giochi resta esclusa Nadia Arace, la 32esima consigliere comunale. La candidata sindaco della sinistra, com’è noto, si è chiamata fuori dal ballottaggio e di quindi anche da tutto ciò che ne consegue.

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