Gioia: un omicidio pianificato da più di una settimana da “Aureliano” e “My life”

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I primi messaggi che Giovanni Limata ed Elena Gioia si cominciano a scambiare e nei quali pianificano l’omicidio del papà di lei, sono datati 18 aprile. Ovvero, all’incirca una settimana prima del delitto. Ma, stando al tenore delle conversazioni, i due ne avevano già parlato prima di persona. Emerge dalla visione e dall’analisi – effettuata dagli investigatori – dei tabulati dei telefonini dei fidanzati, accusati di omicidio in concorso con l’aggravante della premeditazione di Aldo Gioia, il 51enne impiegato della Fca, ammazzato nella sua abitazione di corso Vittorio Emanuele, ad Avellino, il 23 aprile scorso.

Via messaggio, Giovanni chiamava Elena “My life”, mentre lui si faceva chiamare Aureliano Adani, il personaggio della serie tv “Suburra” interpretato dall’attore Alessandro Borghi, secondogenito della famiglia criminale Adami: ha sogni di grandezza che vanno contro le idee caute del padre, causando spesso forti contrasti tra i due.

Anche il suo amore con Elena era contrastato dalla famiglia di lei. Per questo, molto probabilmente, hanno pianificato prima l’omicidio, dalle indagini è emerso che volevano uccidere anche la mamma e la sorella più grande di lei, e poi la fuga.

Giovanni-Aureliano la sera dell’omicidio indossa un giubbotto di pelle, il tipico “chiodo”, nero. Tira un sospiro di sollievo quando incrocia i carabinieri che però non lo fermano: lui fa giusto in tempo a voltarsi dall’altra parte e ad indossare la mascherina. Si messaggia con Elena che, con la scusa di andare a gettare l’immondizia, gli apre prima il portone e poi lascia socchiusa la porta di casa. Lui, in maniera fredda, sferra ad Aldo Gioia, che dorme sul divano, ben 14 coltellate. Tutte e tre le donne di casa sono nelle altre stanze. A chiamare la polizia, sarà la moglie.

Giovanni poi fugge. A casa, a Cervinara, lo riaccompagnano due donne: una è Sonia Guerriero.