Gioia, i due fidanzati si scambiavano 872 messaggi al giorno. “Rapporto psicotico, volevano sposarsi dopo l’omicidio”

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872 messaggi al giorno. Una chat “bollente”. E’ lo scenario difronte al quale si è trovato il professore Stefano Ferracuti, consulente medico chiamato oggi a testimoniare dalla difesa di Elena Gioia, nell’udienza per l’omicidio del papà Aldo, ucciso il il 23 aprile del 2021. La figlia e l’ex fidanzato Giovanni Limata sono accusati del terribile fatto di sangue che, come si ricorderà, ha sconvolto la città di Avellino.

I due imputati oggi non erano presenti in aula. Elena Gioia era impegnata a sostenere, a distanza, gli esami di maturità. Per lei la prima prova, quella di italiano. Come in tutte le udienze, presenti la mamma e la sorella.

Il professore Ferracuti, chiamato dai legali di Elena ad esaminare lo stato psichico della ragazza, ha subito sostenuto che non è stata una cosa alquanto semplice. E’ emerso innanzitutto il particolare dei messaggi. Dalle chat esaminate, sono venuti fuori ben 64.550 messaggi, come detto 872 al giorno, ovvero un messaggio al minuto.

E’ normale, dunque, che la lettura degli stessi abbiamo richiesto molto tempo. Ferracuti ha fatto riferimento anche ad una consulenza pschiatrica effettuata sulla 18enne dopo l’ingresso in carcere. Da essa sarebbe emerso che Elena era indifferente rispetto all’accaduto e che era una giovane particolarmente immatura.

Elena è stata vista più volte, in carcere, non solo da Ferraguti ma anche dallo psicologo Tessari, anche lui consulente di parte della difesa della ragazza. Secondo Tessari, la personalità di Elena non sarebbe adeguata alla sua età. Non riesce a sviluppare un pensiero critico ed è molto suggestionabile. In pratica, Tessari le riscontra un disturbo bordeline della personalità, dovuto ad instabilità emotiva e ad alta impulsività. Sotto stress, sottolinea, non riesce bene a gestire le proprie espressioni e nei rapporti interpersonali non riesce a relazionarsi.

Il professore Stefano Ferracuti e Tessari hanno evidenziato la genesi del rapporto virtuale, nato e sviluppato in modo virtuale, acuito dall’isolamento pandemico, tra Giovanni ed Elena. Lo scambio frenetico di messaggi quotidiano ha trasferito la storia dei ragazzi in una dimensione virtuale priva di reale vera comunicazione umana caratterizzata da voce, parole, contatti e sguardi.

I ragazzi si sono catapultati in un mondo a sé e si sono incastrati a vicenda in un delirio psicotico. Elena nei messaggi, più volte, lascia intendere di essere una sorta di Cenerentola a casa Gioia. Ad un certo punto, Giovanni si “trasforma” in un eroe intenzionato a salvarla. E’ lui che, il 17 aprile, le propone di uccidere i genitori. Lei prima ci pensa e poi gli da’ carta bianca. Ma si evince che i due hanno cooperato.

Il mondo a parte che si sono costruiti, emerge dalle chat nelle quali i due parlano dell’omicidio e di quello che avverrebbe dopo. Sono convinti di riuscire a farla franca, di andare via e addirittura di sposarsi.

In sostanza, quello che emerge, ascoltando i due periti di parte, è che nell’ambito del rapporto psicotico intercorso tra i due, Elena era troppo immatura e priva di strumenti intellettivi e cognitivi per esprimere una personalità dominante.

La prossima udienza si terrà il 28 settembre.