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Gino Lo Conte, il liutaio irpino che sfida il tempo: “L’arte antica per strumenti moderni”

Renato Spiniello – “Chi ha detto che hai bisogno di comprarla la chitarra?”. E’ la celebre frase di Jack White, leader dei White Stripes e dei Racounters, che pronuncia nel docu-film dedicato alla chitarra elettrica dal titolo “It Might Get Loud”, a cui hanno partecipato anche i chitarristi The Edge degli U2 e Jimmy Page dei Led Zeppelin.

“Chi ha detto che hai bisogno di comprarla la chitarra?” è quello che deve aver pensato, poco più che ventenne, anche il musicista irpino Gino Lo Conte, che non si è accontentato di personalizzare uno strumento, ma ha voluto proprio costruirlo da zero, perfezionandosi sempre più. “Ho iniziato a fare diverse ricerche – ci spiega – e alla fine ho creato la mia prima chitarra elettrica”.

E’ da quel momento che nel maestro è nata la passione per la liuteria, arte tanto nobile quanto antica che consiste nella progettazione, nella costruzione e nel restauro di strumenti a corda e a pizzico.

Gino Lo Conte, tuttavia, si può definire un liutaio che sfida il tempo, in quanto nella sua bottega Moris Lab di Montecalvo Irpino non crea i classici liuti, i violini, le viole o i violoncelli, bensì chitarre e bassi elettrici. “E’ da dieci anni che svolgo quest’attività – racconta – l’idea è di portare avanti una liuteria moderna, ovvero utilizzare le classiche tecniche della liuteria, dalla conoscenza dei legni a quella delle vernici, su strumenti musicali moderni come chitarra e bassi elettrici, ma costruisco anche pedali per effetti”.

La massimo conoscenza e i migliori materiali per rendere uno strumento al massimo della sua efficenza: questo il mantra del maestro Lo Conte. Il suo è un lavoro che richiede pazienza, capacità di attesa, umiltà e tanta voglia di apprendere e migliorarsi gradualmente, per creare strumenti moderni attraverso i metodi classici di una volta.

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