Non si fermeranno le indagini sul giallo di Mimì. Si vuol dare a tutti i costi una risposta ad un caso che sta tenendo ormai tutti con il fiato sospeso da 18 mesi. Si vogliono dare risposte in particolare ad una famiglia, quella di Domenico Manzo, che vorrebbe almeno un corpo da sotterrare, oltre ovviamente la verità.
Carabinieri e Procura stanno lavorando gomito a gomito in maniera intensa. Si susseguono le riunioni ed i confronti. Un ottimo lavoro di squadra che ha ricevuto un’increbibile accelerata negli ultimi mesi. Nonostante il caldo, si va avanti.
I carabinieri stanno continuando ad ascoltare persone, ad interrogare chi viene ritenuto informato sui fatti, chi può fornire dettagli utili sulla sera dell’8 gennaio 2021, quando Domenico Manzo si allontanò di casa, scomparendo nel nulla.
Si stanno visionando anche le immagini delle telecamere a circuito chiuso della zona dove il 71enne è stato visto per l’ultima volta a Prata. Non si escludono nuovi sopralluoghi e nuove ricerche, come quelle effettuate due settimane fa.
Intanto oggi pomeriggio, al termine dell’interrogatorio di Alfonso Russo, l’avvocato Federica Renna – che assiste la figlia di Mimì, Romina Manzo (indagata per sequestro di persona) – ha detto: “Sono dispiaciuta per quello che è accaduto oggi: sarà stata una scelta difensiva. Credo si sia persa una buona occasione per fare chiarezza su una vicenda così triste e dolorosa che ci sta coinvolgendo tutti da tempo. Sarebbe stato un gesto che tutti auspicavamo, perché sarebbe arrivato da chi è stato vicino ai figli di Mimì da subito, trasferendosi anche a casa loro per due mesi”.