Un primo forte tentativo di svegliare dal letargo la politica è avvenuto ieri pomeriggio. A Gesualdo, nella bellissima cornice del centro storico, si è svolta un’assemblea pubblica del Partito Democratico. I temi erano quelli cari ai simpatizzanti e ai militanti del partito. Temi che si trascinano dalla fondazione del PD e che tutt’ora sembrano ancora irrisolti: il rapporto con gli elettori, le grandi linee strategiche della politica dei Democratici in Irpinia e a livello nazionale, il grande problema del linguaggio, delle differenze culturali rispetto ad un Paese che sembra viaggiare su binari diversi e paralleli, la questione irrisolta di una leadership ancora in embrione. E poi i grandi temi sociali: la crisi economica e la difficoltà di individuare un grande progetto politico che dovrebbe rappresentare l’alternativa di governo per tutta la Nazione. “È stata una riunione franca, aperta, da pari a pari – ha spiegato Lello Castagnozzi – in un consesso dove a misurarsi non era solo la base di questo territorio ma molti protagonisti della politica della nostra provincia. A cominciare da Lucio Fierro, Carmine De Blasio, Presidente del partito a livello provinciale, Gaetano Bevere già candidato Sindaco per Ariano, Giovanni Villani del Direttivo Provinciale a cui si deve tutto il merito per aver pensato ed organizzato la manifestazione e Pasqualino Molinario. È mancato il confronto con il segretario regionale Enzo Amendola e con Caterina Lengua segretario provinciale. Inspiegabilmente le espressioni più alte dei quadri dirigenti della politica irpina e campana non si sono presentate al dibattito. Lasciando da parte le regole del bon ton che non mi sembra di dover tirare in causa per ovvi motivi, prendo atto solo dell’aspetto politico di questa vicenda che a tutti è sembrato l’emblema di un modus operandi oramai non più praticabile. La distanza tra la gente e la politica si misura proprio in questi atteggiamenti, in queste posizioni, la capacità di dimostrare tutte le forme di umiltà possibile verso qualsiasi micro elettorato di una qualsiasi micro collettività. Al di là delle assenze, la discussione è stata franca, aperta e molto partecipata. Mi và di sottolineare l’autorevolezza dell’intervento di Fierro che, fra le tantissime cose che ha affrontato, mi ha colpito più di tutto per la voglia di cercare un ricambio generazionale, di instillare nuova linfa, nuove intelligenze, di far spazio a idee che stentano ad emergere. Accorato l’intervento di Bevere che ha parlato più con la “pancia”, con la passione della politica, dei problemi che questo partito non riesce a superare, dei problemi con la “dirigenza”, delle aree che vivono ai margini dell’impero, del disinteresse verso tematiche gravi, come la frana di Montaguto, dove la dirigenza provinciale e regionale del Partito Democratico era ed è latitante. De Blasio si è soffermato soprattutto su questa voglia di cambiamento, emersa più volte durante il dibattito, di dare un volto nuovo alla dirigenza provinciale, di rimescolare le carte, spero tanto che il croupier, se questa operazione si dovesse fare, sia fiable. Le conclusioni le ha tratte il Sindaco di Frigento che con grande realismo ha tracciato un breve quadro storico politico degli ultimi tre anni di vita del Partito Democratico attraversati dal punto di vista di un amministratore e terminando l’intervento anche con una punta di amarezza, perché se non si riuscissero a raggiungere gli obiettivi minimi prefissati sarebbe molto difficile recuperare il rapporto con i cittadini. Riflessioni della sera? Si riparte”.