E’ un Carlo Sibilia scatenato quello che nell’ultimo comunicato stampa ha duramente attaccato tutti i protagonisti del ciclo integrato delle acque in provincia di Avellino che sono al lavoro in queste settimane per arrivare all’aggregazione delle varie società in campo e alla definitiva fusione tra Alto Calore, Gesesa e Acquedotto Pugliese.
Nel mirino del parlamentare e componente del M5S finiscono così Giovanni Colucci, commissario dell’Ato Calore Irpino, Lello De Stefano, numero uno di Acs, Francesco Gallo, dirigente di Acs e Montano Oreste, ex direttore generale di Alto Calore Servizi.
“L’Alto Calore Servizi deve trasformarsi in municipalizzata speciale – scrive Sibilia in una nota stampa –. Nessuna gara e nessuna fusione con GeSeSa. Questi “magheggi” hanno un solo scopo: quello di svendere il servizio di gestione dell’acqua ai privati, meglio se multinazionali, meglio se si chiamano GDF Suez. Svendita permessa dalla legge regionale 15/2015 fatta dal Pd che cancella definitivamente il risultato del referendum 2011 che voleva la gestione pubblica del servizio idrico. La svendita ai privati porterà aumento delle tariffe e tagli al personale, così come la fusione. Con buona pace dei sindacati. E’ chiaro come l’acqua limpida delle nostre fonti che l’attuale management dell’Alto Calore Servizi s.p.a. dovrebbe dimettersi in massa per gestione disastrosa, coinvolgimento in vicende giudiziarie e, quantomeno, inopportunità di certe relazioni che fanno pensare al conflitto d’interessi”.
Di qui poi dure accuse nei confronti dei soggetti sopra citati e la chiosa: “Avendo descritto la situazione credo che sia deduzione comune che questa gente non sia esattamente la più adatta (volendo usare un eufemismo) a mettere le mani sulla nostra acqua. Chissà come mai il ministero del lavoro non risponde ancora alla nostra interrogazione sull’improprio (clientelare?) utilizzo di Garanzia Giovani in Alto Calore”.