Gestione ex Eliseo, il Comitato chiama l’Amministrazione al confronto pubblico

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Eliseo ex gil
Eliseo ex gil

Gli attivisti del Comitato Luce sull’Eliseo incontreranno la città sabato 17 ottobre, alle ore 17:30, presso la sede del Forum dei Giovani, per condividere con chi ne sia interessato le proprie idee di gestione dell’ex Cinema Eliseo.

Sarà in particolare analizzato il modello della fondazione di partecipazione, unica ipotesi di gestione attualmente ipotizzata per l’amministrazione della struttura.

“Le istituzioni cittadine – si legge in nota del Comitato – avevano già formalizzato una proposta di gestione, ma questa, fortunatamente subito degradata a mera “provocazione”, aveva destato notevoli preoccupazioni sotto molteplici profili: l’amministrazione del bene da parte di una commissione formata da consiglieri comunali, certamente non dotati delle necessarie professionalità e competenze, coadiuvati da generiche associazioni, da cui si sarebbe pretesa una collaborazione a titolo inaccettabilmente gratuito; l’affidamento di una parte del cinema con bando per tre anni ad un privato, con la conseguente scissione delle parti redditizie della struttura (la caffetteria ed il piazzale) da quelle a vocazione culturale (la sala di proiezione e la biblioteca); un tariffario, degno di un grande magazzino, certamente inidoneo a trarre dall’ex cinema le risorse di cui lo stesso ha bisogno per sopravvivere.

Archiviata la “provocazione”, il sindaco ha di recente affermato di voler sposare la proposta della fondazione di partecipazione del Comitato, scelta che riempie di soddisfazione chi scrive ma che, non essendo stata ancora formalizzata, non elimina alcune perplessità: si partirà dall’abrogazione della delibera n. 80 del 2011 che, in aperta contraddizione rispetto al PICA, ipotizzava una gestione del bene tramite “operatori privati”? Si inseriranno i privati eventualmente disponibili ad investire nella struttura all’interno del futuro C.d.A. oppure si pensa di renderli, banalmente, finanziatori esterni? Si ipotizzerà un’assemblea con poteri consultivi e di controllo che consenta alla cittadinanza di prendersi cura del bene? Si comporrà il C.d.A. per aree funzionali o questo diverrà l’ennesimo strumento di spartizione del potere e di clientelismo? Insomma – questo il quesito finale che sarà posto all’amministrazione – la futura “Casa della cultura cinematografica” sarà un esempio di qualità, avanguardia culturale, efficienza, reddito, trasparenza e partecipazione? Se così non fosse sarebbe improprio parlare di Fondazione di partecipazione”.

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