Genio Civile Ariano di nuovo a rischio, il Sindaco Gambacorta: “La Regione sconfessa sè stessa”

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Il Genio Civile di Ariano Irpino è di nuovo a rischio. La Regione Campania ha presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar Salerno che aveva confermato la presenza dell’Unità operativa dirigenziale del Genio Civile di Ariano Irpino – Presidio Protezione civile, a seguito dell’opposizione presentata dall’Amministrazione Comunale Arianese e dai Municipi di Bonito, Carife, Casalbore, Castel Baronia, Flumeri, Greci, Grottaminarda, Melito Irpino, Mirabella Eclano, Montaguto, Montecalvo Irpino, San Nicola Baronia, Savignano Irpino, Scampitella, Trevico, Vallata, Vallesaccarda, Villanova del Battista e Zungoli.

L’udienza è fissata per il prossimo 12 aprile.

“Con questo ricorso – afferma il sindaco Domenico Gambacorta – la Regione sconfessa se stessa e soprattutto il Consiglio Regionale. Lo scorso dicembre, in occasione dell’approvazione della manovra finanziaria, è stato bocciato dai rappresentanti del centrosinistra e del centrodestra l’emendamento con il quale si prevedeva l’accorpamento dell’Unità del Genio Civile di Ariano Irpino a quella di Avellino. A distanza di qualche settimana, e non rispettando per nulla la volontà degli eletti, l’Avvocatura regionale ha proposto ricorso al Consiglio di Stato per impugnare la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale che sventò il blitz della Giunta del governatore Vincenzo De Luca. Con la delibera n. 295 del 21 giugno 2016, pubblicata sul BURC n. 52 del 1° agosto 2016, si tentò di modificare la legge regionale del 2014 con la quale l’Unità Operativa Dirigenziale del Genio Civile-Protezione Civile di Ariano Irpino resta indipendente”.

Il Sindaco Gambacorta ha scritto al presidente del Consiglio Regionale, Rosa D’Amelio, ai suoi vice Tommaso Casillo ed Ermanno Russo, ai consiglieri regionali irpini, Vincenzo Alaia, Maurizio Petracca e Francesco Todisco, affinché l’iniziativa dell’Avvocatura venga bloccata.

L’ ufficio di Ariano è particolarmente importante per un’area assai vasta del territorio irpino, così come evidenziato nel ricorso al Tar, nel quale si sottolinea che si tratta di un presidio funzionale alla specifica e differenziata tutela di un territorio di circa 800 Kmq, classificato per il 90% come zona sismica di prima categoria e per il restante 10% come zona sismica di seconda categoria