Sono sei i soggetti raggiunti questa mattina da altrettanti provvedimenti restrittivi emessi dal Gip del Tribunale di Avellino, su richiesta della locale Procura della Repubblica coordinata da Rosario Cantelmo nell’ambito dell’inchiesta portata avanti dai militari delle Fiamme Gialle di Avellino, agli ordini del Comandante Antonio Mancazzo, denominata High School.
Turbativa d’asta, frode nelle pubbliche forniture, falso materiale e falso ideologico i reati ipotizzati dal pm nei confronti dei sei soggetti arrestati: si tratta di un funzionario in servizio presso la Provincia di Avellino (B. R. le sue iniziali), sottoposto agli arresti domiciliari e altri cinque soggetti, tutti legali rappresentanti o dirigenti di imprese edili, per i quali sono state disposte, in modo diversificato: la misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza cumulativamente al divieto temporaneo per 12 mesi di esercitare le attività inerenti agli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese; la misura del divieto di dimora nella città di Avellino unitamente al divieto temporaneo per sei mesi di esercitare le attività inerenti agli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese; la misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, due misure del divieto temporaneo per sei mesi di esercitare le attività inerenti agli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.
Le complesse indagini, convenzionali e tecniche, sono state svolte dalla Guardia di Finanza lungo due direttrici.
Un primo filone di indagine, avente ad oggetto i reati di turbata libertà degli incanti di cui all’Art. 353 c.p., ha portato alla luce collusioni ed illeciti accordi tra imprese (anche con la preventiva scelta “a tavolino” del vincitore della gara) sulle percentuali di ribasso per consentire l’aggiudicazione dell’affidamento di appalti di gare pubbliche indette dalla Provincia di Avellino e dalla Comunità Montana Partenio Valle di Lauro per un valore complessivo di oltre 400.000 euro.
Altro significativo filone investigativo ha, poi, consentito di accertare un giro di frode nella pubbliche forniture (art. 356 c.p.) per mezzo della redazione di false attestazioni e contabilizzazioni ad opera di un funzionario tecnico, responsabile per l’edilizia scolastica, dell’Ente Provincia di Avellino.
In particolare, i legali rappresentanti delle imprese coinvolti nella vicenda, avvalendosi dei falsi in atto pubblico del
funzionario di Palazzo Caracciolo in ordine allo stato dei lavori, hanno fatto risultare come effettivamente fornite opere e cose in realtà mai realizzate e messe a disposizione in relazione a lavori di adeguamento, manutenzione (straordinaria e ordinaria) e costruzione di scuole della Provincia di Avellino.
Gli Istituti scolastici finiti, loro malgrado, nel mirino dell’inchiesta sono l’Itis di Grottaminarda (dove sarebbero stati liquidati oltre 43mila euro per lavori mai eseguiti), il Liceo scientifico De Caprariis di Atripalda (circa 35mila euro), il Liceo artistico De Luca di Avellino (12mila euro) e l’Ipsar di Ariano Irpino (15mila euro).