Avellino – Sul campo ormai lo scontro è aperto. C’è chi gioca in trincea. Chi dietro le quinte. Chi, pur non essendo protagonista resta in campo ed imbraccia le armi, come è giusto che sia in nome dell’affermazione dell’uno e dell’altro schieramento. Non senza avere le idee chiare sul come debba essere improntata la campagna elettorale scevra, questa volta del giusto humus garanzia per l’Irpinia e non solo. Una competizione monca di proposte. Pura propaganda elettorale. E’ l’europarlamentare di Forza Italia Giuseppe Gargani che non presterà il fianco a chi intende affrontare la competizione come polemica scontata. Quanto piuttosto spiegarla. Con lui un colloquio sereno nel quale l’on. Gargani mette a nudo “le falle dell’Unione che promette la felicità”. Ma esiste?
E’ l’interrogativo dell’azzurro al quale dà risposta non senza aver evidenziato le cose, che a suo dire, non vanno “nell’ammucchiata”.
“La campagna elettorale in Italia e soprattutto in Irpinia dove abbiamo dimostrato di produrre argomenti, questa volta è propaganda elettorale, è polemica scontata. Non vedo argomenti. La Margherita dice di essere il futuro ma non lo spiega. Il Pds è in retroguardia. E’ caratterizzato solo dall’assillo di cacciare Berlusconi e basta. Senza proposte e programmi credibili. Senza alcuna prospettiva. Mi ribello. Sono preoccupato. Non è possibile promettere la felicità. La può promettere solo un personaggio come Prodi. Si è tanto preso in giro Berlusconi che aveva promesso il benessere… Che si può promettere. La felicità non c’entra con la politica. Prodi dice stupidaggini. Se ci offrisse la felicità con garanzie, potrebbero esserci grandi spostamenti di opinione pubblica. E’ su questo che farò la mia battaglia elettorale. Mastella dice che è il partito di centro solo perché spende in un negozio e poi va in un altro. La Margherita afferma di rappresentare il futuro ma intanto non è un partito. Quanto piuttosto una giusta posizione di cattolici, laici e nemici della democrazia che tra l’altro dovrebbero spiegare cosa ci fa Anzalone nella Margherita: è un ‘filosofo’ leninista. Che c’entrano De Mita , Mancino, Bianco se sono liberali della vecchia maniera? Si definiscono un partito e poi fanno l’ammucchiata alla Camera. Ricordo che per De Mita il partito unico era una follia nel 2004. Non capisco ad oggi cosa sia cambiato. La Margherita non ha l’identità, si confonde con la Sinistra. Si nasconde dietro D’Alema . Non vorrei che il partito del futuro sia quello democratico. Saremo alla bancarotta. Lo dico non per alimentare polemiche ma semplicemente per far capire quale sarà la mia campagna elettorale. Non essendo candidato sono al di sopra delle parti e anche più sereno. Parlerò di programmi, obiettivi, della partita vera del mondo”. Pionati ha più volte bacchettato De Mita e Mancino perché incapaci di innovazione. Ma non ha mancato di affondare la lama contro la Casa delle Libertà rea di non essere riuscita nell’intento di contrapporsi al centrosinistra perché incapace di essere classe dirigente. Anche lei la pensa così?
“L’espressione di potere non è di De Mita e Mancino ma di Bassolino con il suo strapotere clientelare. Loro però non se ne accorgono e vanno avanti. Noi, non facciamo un’adeguata opposizione è vero. Perché non siamo abituati. Forza Italia non ha fatto palestra politica. Non è un partito”.
Cosa intende dire?
“E’ un movimento non strutturato che non vuole organizzarsi”.
Crede che ad oggi ci siano i presupposti affinché gli azzurri possano essere forza organizzata e quindi “partito”?
“Ce l’ho messa tutta. Abbiamo fatto passi in avanti. Speriamo di arrivare all’obiettivo. E’ difficile considerando la crisi dei partiti. Gli altri fanno finta di essere partito ma sono espressione padronale e personale”.
Mastella nel corso dell’apertura della campagna elettorale avellinese, dopo aver preso di mira De Mita, si è scagliato contro Berlusconi, Fini, Casini e poi Gargani definendolo il ‘don Chisciotte che annuncia e annuncia e poi cade da cavallo’. Come intende rispondere a quest’accusa? “Don Chisciotte aveva un grande ideale. Mi sta bene l’appellativo. Io almeno l’ideale ce l’ho. E’ questo che fa la differenza”.
Sottile nelle risposte, Gargani non ha nessuna intenzione di ammainare la bandiera della Casa delle Libertà. (Di Teresa Lombardo)
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