«Mentre si attende la sentenza del Tar, l’ospedale di Bisaccia riceve un nuovo colpo mortale. Il direttore generale dell’Asl Sergio Florio ha deciso di accorpare le Unità operative di Medicina e Lungodegenza per realizzare un solo reparto di appena venti posti letto. Il piano di smantellamento continua. Purtroppo, gli appelli, le azioni di protesta che singolarmente e come partito ho promosso, insieme a diversi dirigenti, non hanno trovato risposte. Hanno vinto l’indifferenza politica e il silenzio istituzionale. Ne viene fuori una riorganizzazione per la quale spero non ci siano stati accomodamenti. Ma queste ultime cose saranno oggetto di verifiche puntuali a tempo debito». Questa la denuncia, il rammarico di Pasquale Gallicchio dirigente provinciale del Partito democratico che da molti anni è schierato a difesa dell’Irpinia e come in questo particolare momento nei confronti del diritto alla salute. «Ormai in molti – afferma Gallicchio – hanno deciso di stare a lungo col piede sulla porta. Non mi sono mai piaciute le visioni apocalittiche ma in questo caso e di fronte all’ennesima penalizzazione, credo che l’ospedale di Bisaccia, già per l’Asl funzionante come una SPS (Struttura Polifunzionale Sanitaria), presenti una ferita difficilmente rimarginabile. La strategia messa in atto dal direttore generale non presenta grosse novità sulla tabella di marcia che da diversi mesi, con la complicità della Giunta regionale, persegue il piano attuativo aziendale che viene puntualmente realizzato a tappe forzate. L’ accorpamento dei reparti di Medicina e Lungodegenza porta dritti all’apertura della RSA (Residenza sanitaria assistita). Inoltre, si perderanno 16 posti letto e 17 infermieri si troveranno in esubero che mi auguro non saranno utilizzati da Florio in altre strutture dell’Asl ma per potenziare servizi della struttura altirpina. Bisaccia ancora una volta diventa magazzino a cui attingere. Inoltre, si parla di aprire un Hospice a Bisaccia, reparto dedicato all’assistenza dei malati terminali ma del PSAUT non c’è traccia. Riprendendo una espressione antica: tutto è compiuto». Lo stato d’animo del dirigente provinciale non risparmia bordate alla gestione della sanità in Campania ed in particolare in provincia di Avellino. «Voglio ricordare a tutti che le scelte politiche non sono abiti che si comprano e si indossano ma vanno calibrati e cuciti sulle esigenze del territorio. Ormai siamo alle prese con una improvvisazione che è molto pericolosa per il futuro dell’Irpinia. In questo la sanità rappresenta un elemento fondamentale. Su questo tema, come su altri, mi piacerebbe ascoltare parole chiare anche da chi intende candidarsi alle prossime politiche. Di fronte a questa riorganizzazione raccolgo i segni di un governare disordinato e miope, di una modernizzazione affrettata e a volte pasticciona, che stanno causando gravi danni sociali. Perciò, l’appello è ancora una volta rivolto a tutti i partiti e ai sindaci che hanno a cuore il futuro dell’Irpinia. Non basta alzare la voce se il piano del 118 penalizza il proprio comune. Dobbiamo mettere in campo un coraggio e una collaborazione che abbia l’ambizione di ragionare sulle necessità dell’intero territorio, avviando così battaglie comuni, oltre i campanili. Questo implica un rinnovamento e una partecipazione specie per la politica di gente perbene con idee innovative con una cultura più appassionatamente civile. C’è molto da fare ma non abbandoniamo la speranza. Intanto, io in campo ci sono insieme a tanti giovani e meno giovani che da mesi tentano di tenere alto il livello della discussione e dell’impegno politico».
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