Si scambiavano i rispettivi badge elettronici per coprirsi a vicenda quando non si presentavano in ufficio. C’era chi, addirittura, lo faceva per intere giornate lavorative. Ma non solo. Spesso non giustificavano o non facevano rilevare l’allontanamento dal lavoro, producevano autodichiarazioni false, fruivano senza autorizzazione di permessi orari e si trattenevano fuori ufficio anche al termine dell’attività di servizio esterno ritardando il rientro.
Per questo motivo la Guardia di Finanza di Avellino, al termine di un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica, ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari a 55 dipendenti in servizio presso il presidio di Protezione civile del Genio civile del capoluogo irpino. Risultano indagati, a vario titolo, per truffa aggravata e falsa attestazione della propria presenza in servizio.
L’attività d’indagine, avviata tramite appostamenti e pedinamenti nonché, contestualmente, alla video-sorveglianza dei soggetti monitorati, grazie a un nutrito sistema di telecamere installate all’interno e all’esterno dell’Ufficio Pubblico coinvolto, riguarda il mese di maggio 2018.
Le indagini si sono, poi, articolate attraverso la puntuale analisi della documentazione acquisita presso le varie Unità Operative Dirigenziali della Regione Campania e presso l’I.N.P.S. di Avellino, enti che risultano aver erogato le retribuzioni in favore dei dipendenti oggi indagati.
Solo per il mese di maggio 2018, le ore fraudolentemente attestate – ma in realtà mai rese – risultano circa 1.000, le indebite timbrature sono oltre 400, mentre gli allontanamenti ingiustificati superano i 1.400. C’è a chi vengono contestate oltre 60 ore di assenza in 22 giorni lavorativi.