Marco Grasso – Freddo e pioggia, agricoltura irpina in ginocchio. E’ decisamente preoccupante il quadro che emerge dal monitoraggio della Cia, l’associazione provinciale di settore. Per quanto riguarda le ciliegie, ad esempio, si registra un calo della produzione di oltre il 60 per cento.
“In queste condizioni meteorologiche – precisa il presidente Michele Masuccio – diventa difficile anche trapiantare le orticole, e quindi le piante da orto, che, in alcune aree della nostra provincia, rappresentano l’unica fonte reddito per gli agricoltori. Chi ha trapiantato ha poi subito un danno doppio, in quanto le piantine sono in stress da freddo, oltre ad essere più facilmente attaccabili dalle malattie classiche delle stagioni umide”.
E’ allarme anche dai vigneti, dove si stima che nelle aree maggiormente colpite dalla grandine il raccolto sia di fatto compromesso. “Queste temperature umide provocano eccessi di funghi dannosi per il ciclo produttivo, creando non pochi problemi ad un settore fondamentale per la nostra economia”.
Nella fase di fioritura, l’olivicoltura rischia di pagare il conto più salato. Le temperature basse ed umide possono infatti compromettere seriamente una produzione che, già nel corso degli anni pregressi, ha registrato cali del 60-70%. “Stesso discorso per le produzioni di frutta a guscio come le castagne, già in crisi per le questioni cinipe o le nocciole, nella fase di fioritura”, aggiunge il presidente della Cia.
Anche i cereali e i foraggi avrebbero bisogno di sole per recuperare parte del raccolto. Al momento si stima una perdita di circa il 30 per cento. “Come associazione chiediamo da tempo – conclude Masuccio – di rivedere il sistema assicurativo in agricoltura. Così come sarebbe opportuno che il governo nazionale e regionale considerasse il riconoscimento della stato di calamità naturale e l’immediato intervento della Protezione Civile”.