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FOTO / Un’orchidea, gigli, margherite e lumini per non dimenticare. “Mimì vive in noi”

Un’orchidea bianca vicino la Madonna, nella Chiesa del Gesù Redentore. Gigli e margherite nei pressi dell’incrocio, il maledetto incrocio. E i lumini dei figli, Romina e Francesco.

Domenico Manzo vive nella memoria della sua famiglia. A due anni di distanza dalla sua scomparsa, avvenuta la sera dell’8 gennaio del 2021, la famiglia dello sfortunato muratore in pensione, ha voluto ricordarlo con un gesto semplice ma, al contempo, carico di significati.

Con il cuore gonfio di dolore, le due sorelle – Lucia e Mena – hanno percorso una sorta di via Crucis, quella che, a quanto pare, avrebbe fatto Mimì la sera della scomparsa. Dunque, i fiori in sua memoria sono stati collocati proprio dove il 71nne è stato visto per l’ultima volta, tra la stazione ferroviaria dismessa di Prata Principato Ultra e la basilica dell’Annunziata.

Fiori e preghiere rivolte alla Madonna, preghiere tese almeno a far ritrovare, anche senza vita, il corpo dell’uomo. Per la famiglia Manzo è il giorno del dolore, il giorno del ricordo. Domani le sorelle dovrebbero ricevere la visita del loro legale che le difende in questa triste ed amara vicenda, l’avvocato Nicodemo Gentile. Quest’ultimo dovrebbe chiedere un incontro al capo della Procura di Avellino, per fare il punto della situazione, per chiarire come stanno evolvendo le indagini. Con lui, anche il legale che difende i figli, l’avvocato Federica Renna.

I carabinieri del nucleo operativo, di concerto con il Procuratore, non intendono mollare la presa. A giorni le ricerche di Mimì dovrebbero riprendere. La famiglia merita risposte, dopo due anni di buio totale, dopo due anni senza Domenico.

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