Alfredo Picariello – Un lunedì da campioni ieri per Sportdays. L’ultima settimana della ventesima edizione della fortunata kermesse che si sta tenendo a Torelli di Mercogliano, presso il centro polifunzionale “La città a spasso”, si è aperta con due stelle del pugilato, campani doc. Alle 17 in punto, sono giunti nella cittadina alla falde di Montevergine – accolti dal sindaco Vittorio D’Alessio, dal vicepresidente della Pro Loco Fiorentino Saveriano e, naturalmente, dal delegato provinciale del Coni, Giuseppe Saviano – Vincenzo Mangiacapre e Clemente Russo, il quale è stato campione del mondo dilettanti a Chicago 2007 e Almaty 2013 e vicecampione olimpico a Pechino 2008 e a Londra 2012. Ha vinto anche un bronzo agli Europei Juniores del 1998.
Vincenzo Mangiacapre ha vinto, nella categoria dei pesi superleggeri, la medaglia di bronzo ai mondiali di pugilato del 2011 disputati a Baku e gli europei del 2011 di Ankara. Il piazzamento ottenuto nel corso dei mondiali di Baku 2011 gli è valso la qualificazione per i giochi olimpici di Londra 2012, dove è arrivato fino alla semifinale, persa contro il pugile cubano Roniel Sotolongo, ottenendo comunque il bronzo.
La visita della coppia d’assi è stata possibile grazie alla collaborazione tra Saviano, Sportdays e la Polizia Pentenziaria.
“Speriamo che questo momento così difficile finisca in fretta”, ha detto Russo. “Penso soprattutto ai più giovani: da un anno e mezzo non riescono più a socializzare. Il mio auspicio è che possano riprendere in mano la loro vita il più velocemente possibile. Ci sono dati sconfortanti, secondo i quali in Campania è in aumento l’obestità infantile”.
Meno pc, più strada, più sport. E’ questo il motto del campione. “Quello che vorrò fare da grande – riflette Russo – è dare una mano alle istituzioni affinché si possano creare più luoghi di aggregazione possibili per i nostri ragazzi. Non penso soltanto a palestre o a palazzetti. Un luogo di aggregazione può essere anche un gazebo. L’importante è che ci siano maestri, persone in grado di insegnare che, prima di diventare alteti, occorre essere uomini”.
E il Tatanka, così viene denominato, è uno che di coraggio ne ha tanto. Da vendere. Nonostante tutto, lui sogna ancora una convocazione per i giochi olimpici di Tokyo. “Ho dato 30 anni a questo sport, sono in grado ancora di dare 30 giorni al massimo. Sono pronto, speso possa arrivare una telefonata dal Giappone. Voglio coronare il mio sogno, credo di meritarlo”.