Sport e inclusione, l’Irpinia “vince” l’ennesima partita. La presentazione del libro della giornalista e scrittrice Rossella Montemurro – “Il mio tuffo nei sogni. Marco D’Aniello, una storia di sport e amicizia” – nella sala consiliare del Comune di Atripalda è stata un successo nel vero senso della parola. Non solo per le presenze, numerose, ma anche, e soprattutto, per i messaggi che sono emersi dal dibattito lungo e articolato.
A partire dai padroni di casa. Il sindaco Paolo Spagnuolo ha annunciato un progetto su tutto il territorio cittadino per l’abbattimento delle barriere architettoniche, mentre la giunta, con l’assessore alle Politiche Sociali Fabiola Scioscia, insieme alle associazioni cittadine, è fortemente impegnata sul discorso dell’integrazione a 360°.
La storia di Marco, ben descritta nel libro e ben raccontata dalla stessa autrice, non solo ha commosso tutti ma ha dato alla platea una spinta a fare di più nel contesto sociale. Il racconto di Marco è il racconto di un ragazzo autistico di Taranto che è riuscito ad abbattere tutte le barriere. “E’ un racconto di integrazione”, sottolinea Montemurro. “E’ la storia emblematica di un giovane che è riuscito a canalare tutta la sua energia ridondante, tipica dell’autismo, nello sport, fino a diventare un campione”.
Marco, infatti, da bambino “speciale” – bullizzato a scuola dai soliti deficienti di turno – ha raggiunto gli apici e nel 2019 ha battuto il record italiano nella categoria juniores 50 metri stile libero ai campionati nazionali della Fisdir. Ma c’è di più, perché oggi Marco è un motivatore, “un portatore sano di felicità” al punto da coniare l’hastag #tristezzazero, un hastag rivoluzionario.
Nel 2022 è riuscito ad incontrare anche il suo mito, ovvero Raul Bova, ora il suo obiettivo sono le paralimpiadi e, nel frattempo, aiuta ragazzi autisitici, sogna di laurearsi in Scienze Motorie e, come “diversivo”, fa canotaggio.
Insomma, un ragazzo di talento e tutto questo grazie, in particolare, alla fede e all’amore dei suoi genitori. L’ambiente sportivo, che lo ha accolto a braccia aperte, ha fatto il resto. Un messaggio di inclusione rivolto anche ai giovani e ad Atripalda era presente anche una delegazione e dell’Ipia Amatucci di Avellino con la professoressa Caterina Valentino. “E’ sempre molto importante sensibilizzare, farlo ogni giorno e, in particolare, i giovani, affinché abbiano gli strumenti per approcciarsi a persone come Marco”, sottolinea Montemurro.
Che lo sport sia soprattutto inclusione lo sa bene il delegato provinciale del Coni, Giuseppe Saviano, promotore dell’iniziativa, visto che su questo tasto batte da sempre. Come detto, la platea, per oltre due ore, è stata attenta e partecipativa, con una serie di interventi importanti e interessanti, come quello di “Insuperabili Biancoverdi” o del centro Aprea rappresentato da Renata Romano. Anche una mamma di un ragazzo autistico, Rita Palinuro, ha dato spunti interessanti.
Berardino Lo Chiatto, campione di parabadminton, ha esortato i genitori a far “impegnare” i propri figli speciali e a non nasconderli, mentre Renato Troncone della Uisp ha lanciato l’idea di seguire le “orme” del Trentino, dove da anni opera una Fondazione dedicata all’autismo. Proposta che è piaciuta molto a tanti e sulla quale si potrebbe lavorare.
Anche il generale del 232° Reggimento Trasmissioni, il colonnello Giuseppe Amato, ha esortato tutti a proseguire sulla strada intrapresa. Infine, molto pregnati anche gli interventi di Giuseppantonio Vitale, vicepresidente Nazionale FISPIC e di Antonio Gnassi, giornalista esperto di SEO e SMO.