FOTO / Salerno, contrabbando prodotti petroliferi: in 4 ai domiciliari

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Sono 4 le persone raggiunte dalla misura cautelare degli arresti domiciliari disposta dal gip di Nocera Inferiore (Salerno) nell’ambito dell’inchiesta della Procura nocerina su frodi fiscali connesse al contrabbando internazionale di prodotti petroliferi.

Circa 200 finanzieri hanno eseguito questa mattina sequestri di denaro e altri beni per un valore complessivo di 128 milioni di euro nei confronti di 32 società riconducibili a due distinte organizzazioni criminali radicate nell’agro nocerino-sarnese, dedite alla commercializzazione di carburante adulterato importato da diversi Paesi esteri.

Sono stati posti sotto sequestro 27 veicoli commerciali utilizzati per il trasporto dei carburanti,  quote societarie, i compendi aziendali di 9 imprese (7 italiane e 2 estere), 2 depositi commerciali, 10 impianti di distribuzione e un’imbarcazione di lusso. Gli accertamenti sono stati avviati verso la fine del 2017, a seguito di alcune anomalie emerse in merito ad un traffico di carburante proveniente dall’Est Europa, venduto in Italia sfruttando un meccanismo fraudolento che portava ad evitare il pagamento delle imposte dovute.

Nello specifico, secondo quanto ricostruito dai Finanzieri, gli indagati, nell’arco di soli due anni tra il 2018 ed il 2019, avrebbero importato illegalmente da fornitori ungheresi, croati e sloveni oltre 20 milioni di litri di olio anticorrosivo e preparazioni lubrificanti, prodotti per natura non soggetti alle accise e, in linea con la normativa comunitaria, nemmeno al monitoraggio del loro trasporto.

Dopo essere state sottoposte, in una base logistica in Slovenia, ad un processo di adulterazione che le rendeva idonee alla carburazione, le partite di merce venivano caricate su autocisterne dirette in Italia, scortate da documentazione fiscale del tutto falsa, che gli autisti distruggevano non appena varcata la frontiera, sostituendola con quella di accompagnamento specificamente prevista per coprire il restante tragitto nel territorio nazionale.

I carichi irregolari proseguivano, infine, verso un deposito petrolifero dell’hinterland milanese, hub di distribuzione attraverso il quale le partite di carburante venivano immesse tranquillamente in consumo, presso distributori all’ingrosso e tramite la rete delle cosiddette “pompe bianche” (o “no logo”), gestite da membri delle associazioni o comunque da società clienti.