Alfredo Picariello – All’ottimismo dell’imprenditore Paolo Scudieri non corrisponde quello della Fiom Cgil che ha organizzato il convegno, nella splendida cornice del palazzo Baronale di Prata Principato Ultra, proprio per interrogarsi e interrogare sul futuro dello stabilimento che, dall’alto della struttura che ospita l’incontro, si vede nella sua imponenza.
“Stiamo chiedendo da anni per Pratola Serra una riconversione, sappiamo tutti che l’elettrificazione è la sfida del futuro, lo sarà anche per i veicoli commerciali leggeri. Quello che vogliamo è mettere in sicurezza lo stabilimento irpino. Spingeremo con ogni mezzo per la ricoversione sull’elettrico”. Non ha nessun dubbio Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive Fiom Cgil.
“L’impianto irpino – prosegue – è uno degli impianti di produzione più grande in Italia, anche il più giovane e quello più avanzato dal punto di vista tecnologico, ci sono professionalità molto valide. Dunque, si può partire dall’impianto di Pratola per fare il salto sulle nuove tecnologie. Siamo in una fase in cui ancora non si è dispiegato il piano industriale Stellantis, chiediamo al Governo, al Mise, all’azienda, di discutere un piano complessivo che riguardi tutti gli stabilimenti, a partire da quelli motore diesel, perché con la transizione ecologica sono quelli più a rischio”.
“Noi siamo molto preoccupati”, dice Giuseppe Morsa, segretario provinciale della Fiom Cgil. “La settimana scorsa l’amministratore delegato di Stellantis ha annunciato che anche i veicoli commerciali saranno completamente elettrici. Se è vero come è vero che, per il momento, a Pratola, potremmo avere qualche risposta con il motore per Ducato, il futuro invece non lo vediamo roseo. Per questo chiediamo la riconversione dello stabilimento e aspettiamo risposte”.
Morsa ricorda che “dal 2008 non c’è la saturazione degli impianti, dal 2008 si lavora di meno. L’unico periodo in cui c’è stata la saturazione è quando si sono prodotte le mascherine contro il covid, nel 2020 soltanto si è visto entrare qualche lavoratore in più. Per il resto, continuiamo ad avere perdite di posti di lavoro, senza una prospettiva vera, seria, all’orizzonte. Il motore diesel Ducato per Pratola Serra è un palliativo, una risposta insufficiente rispetto alle esigenze vere. E’ come se si volesse mettere un gettone nello smartphone. Se la mobilità va verso l’elettrico o l’ibrido, non capisco come vogliamo immaginare che Pratola possa saturarsi verso il diesel”.
“L’Irpinia – conclude Morsa – ha un serio problema di qualità di classe dirigente. Manca una seria progettualità, rischiamo anche di perdere il pnrr. Eppure in Irpinia ci sono aziende molto serie, immaginiamo la provincia di Avellino come la provincia della mobilità sostenibile. Ma queste aziende andrebbero messe in rete”.
Al tavolo del confronto di Prata, oggi erano presenti la parlamentare Maria Pallini e il consigliere regionale Livio Petitto. “L’impegno del Governo -dice l’esponente del MoVimento 5 Stelle – è una vera e propria riconversione della fabbrica ex Fca”.
Per Petitto, “la realtà produttiva di Pratola è importante per tutta la Campania, non solo per l’Irpinia, dunque occorre fare molta attenzione e puntare sulla mobilità alternativa”.