FOTO / Omicidio Ammaturo, il procuratore Melillo: “E’ possibile riaprire le indagini”

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“Saranno riaperte non appena saranno determinate nuove condizioni, cosa che ritengo possibile”. A distanza da 40 anni dall’omicidio di Antonio Ammaturo, vicequestore di Contrada, e dell’agente scelto Pasquale Paola, il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, sembra essere possibilista sulla riapertura delle indagini sull’uccisione dell’indimenticato poliziotto irpino, avvenuta a Napoli il 15 luglio del 1982 per mano delle Brigate rosse.

“Le persone che sanno cosa accadde sono ancora vive – sottolinea Melillo – a cominciare dal camorrista latitante dal 2002, quando è evaso per la seconda volta. Era già evaso nel 1989, condannato per un omicidio ferocissimo e riarrestato. Dopo 10 anni, ha potuto richiedere il beneficio e, in occasione del quarto permesso concesso dalla magistratura di sorveglianza, è evaso. Da allora è latitante”.

Melillo sottolinea che la ricerca dei latitanti “è in corso e anche lui sarà chiamato, spero presto, a misurarsi con la responsabilità di aver accolto e di aver dato rifugio e protezione a uomini delle Brigate Rosse in fuga”.

Anche quest’anno, nel Complesso monumentale di Santa Maria La Nova, si è tenuta la XIII edizione del “Premio Ammaturo Legalità – Città di Napoli”, istituito in ricordo di Antonio Ammaturo. Ammaturo era il dirigente della Squadra mobile di Napoli. La mattina del 15 luglio 1982, mentre si recava in questura, fu assassinato da un commando di brigatisti che raggiunse la sua auto, guidata dall’agente scelto Paola, e aprì il fuoco, uccidendo entrambi.

Alla cerimonia di consegna del Premio, conferito ogni anno a poliziotti che si sono distinti in operazioni di rilievo, hanno preso parte il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il capo della Polizia Lamberto Giannini.

Prima della manifestazione il ministro dell’Interno, accompagnato dal Capo della Polizia, ha deposto una corona d’alloro in piazza Nicola Amore, luogo in cui i due poliziotti furono uccisi. Hanno assistito alla commemorazione, oltre ai familiari dei caduti, anche il prefetto di Napoli Claudio Palomba e il questore Alessandro Giuliano.

Subito dopo è iniziata la cerimonia di consegna del Premio, preceduta da un dibattito, moderato dal responsabile della redazione del quotidiano “La Repubblica” di Napoli Ottavio Ragone.

Dopo un breve indirizzo di saluto del questore Giuliano e di Maria Cristina Ammaturo, figlia del funzionario di polizia ucciso 40 anni fa (alla cerimonia erano presenti anche le altre due figlie di Ammaturo, ovvero Gilda e Graziella, quest’ultima in compagnia dei figli Giulia, Giovanna, Giuliana e Antonio) sono intervenuti il capo della Polizia Giannini, il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo e il professore emerito di storia contemporanea dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” Francesco Barbagallo.

Il capo della polizia, nel suo intervento, ha evidenziato che questo omicidio “è una ferita che non si sana, è un ricordo di un sacrificio da celebrare avvenuto in un momento molto difficile per il nostro Paese. Questo per noi è importante perché non è una celebrazione priva di senso, significa stare vicino ai familiari e onorare anche un sacrificio che è stato qualcosa di importante per tutta la Polizia di Stato. Perché per noi i nostri caduti fanno parte proprio del corpo della polizia, della carne viva della polizia, e quindi momenti come questi sono molto importanti”.

A chiudere il dibattito l’intervento conclusivo del ministro Lamorgese, che ha sottolineato: “Fare rete, fare squadra è il modo più efficace per contrastare la criminalità. Dobbiamo operare con determinazione sui territori anche per sostenere la fondamentale azione della società civile”.

Infine, la consegna del Premio al personale della IX sezione della Squadra mobile di Napoli, e degli attestati della XIII edizione del Premio al personale della I sezione della Squadra mobile e della Squadra di Polizia giudiziaria del commissariato di Afragola, e al personale della VII sezione della Squadra mobile di Napoli.