FOTO/ Quando Avellino fu sepolta da un metro e mezzo di neve

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Pasquale Manganiello – Ancora neve in Irpinia con la situazione completamente paralizzata nella giornata di oggi. Nonostante l’allerta diramata dalla Protezione Civile, disagi e difficoltà hanno caratterizzato questa domenica. Eppure il capoluogo irpino ha già vissuto molti eventi climatici sfavorevoli.

Ad esempio l’inverno del 1985 portò con sè la memorabile nevicata, ricordata come ‘la nevicata del secolo”.

E ancora nel 2012, con la straordinaria perturbazione che coprì di bianco l’Irpinia per circa 2 settimane.

Ma la nevicata che ad Avellino tutti ricordano, in realtà, è stata quella del 1973. Il capoluogo irpino, infatti, si svegliò sotto un metro e mezzo di neve. Ben 100 furono i comuni isolati della Provincia.

Su questa straordinaria nevicata è stato scritto anche un libro. L’autore, Giandonato Giordano, nel suo lavoro “La nevicata del ‘73”, racconta ricordi, tradizioni, immagini legate a figure quasi leggendarie che animavano la quotidianità dei paesi dell’entroterra irpino durante quell’inverno rigidissimo.

“Quella domenica sera – scrive Giordano – mentre giocavamo, Seppuccio elevò il suo vaticinio meteorologico: descrisse una nube bianca che scendeva dal cielo e affogava le case. Nessuno di noi dette peso a quelle parole se non il mattino successivo, quando ci alzammo che la neve aveva raggiunto la soglia dei balconi. Eravamo sepolti in casa”.

Fu una nevicata lunga e interminabile capace di mettere in ginocchio tutta l’Alta Irpinia, tanto da richiedere l’aiuto dei soccorsi e l’intervento dell’esercito per liberare i paesi dall’isolamento. Mancarono acqua e luce, si confidava che le scorte di legno e cibo potessero bastare, si spalava la neve con la forza delle proprie braccia, scavando piccoli tunnel e gallerie per non restare prigionieri delle proprie case.

Era il 1 dicembre 1973 – ricorda Francesco che all’epoca aveva 16 anni – ci sono date che restano nella memoria in modo indelebile. Al mattino mi sveglia mia nonna, alza la persiana e mi dice: ‘Francesco, guarda!’ Vengo accecato da un bagliore insolito ma capisco subito. Lo spettacolo è a dir poco stupefacente: una montagna di neve asciutta incredibile, come non avevo visto ad Avellino neppure nei nevosi inverni degli anni 60. Sul muretto del giardino c’era almeno un metro di neve ma la cosa che più mi colpì fu il palo del lampione della via, che a nord era incorniciato con almeno 80 cm di neve e sul lato sud completamente asciutto.”

 

*foto dal web

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