Due teste di cinghiale sono state rinvenute nelle scorse ore nelle campagne di Montemiletto, in provincia di Avellino.
A denunciare il grave fatto è il Consigliere Comunale Simone D’Anna, della lista Proposta Concreta.
Il rinvenimento in Località Macchie di Santa Maria, luogo tristemente noto per la tragedia di Fiume, il cane trovato impiccato sotto un ponte.
Le due teste degli animali, probabile residuo di una macellazione post caccia (secondo quanto denunciato il luogo sarebbe una zona di ripopolamento) sono state rinvenute nei pressi del fiume Calore proprio dove, lo scorso marzo, venne scoperto il corpo di un povero cagnolino impiccato.
D’Anna – nel suo post su Facebook – ha puntato il dito contro il Comune di Montemiletto, retto dal sindaco Agostino Frongillo – ricordando una “guerra ai cinghiali” che forse potrebbe essere stata presa sul serio da qualcuno.
“Poco tempo fa – scrive D’Anna – avevamo appreso, con nostro stupore che “Il Comune dichiara GUERRA AI CINGHIALI” , forse qualcuno deve aver preso sul serio quella “IMPROVVIDA” frase. Il problema dei cinghiali è reale ma deve essere affrontato con serietà e il massimo rispetto della vita degli animali, senza sconfinare dalla Legge, oltretutto siamo in piena zona di ripopolamento.
Forse è ora che il sindaco si svegli e prenda coscienza di quanto sta accadendo nel nostro comune. Tutta l’area circostante al fiume Calore, deve essere “costantemente monitorata”, anche per prevenire danni ambientali, come l’abbandono indiscriminato di rifiuti che da anni caratterizza quell’area, magari utilizzando quelle telecamere di video sorveglianza, acquistate e mai utilizzate”.
RINVENUTE LASTRE DI ETERNIT ABBANDONATE – Ed è proprio l’abbandono dei rifiuti in campagna l’argomento della nuova denuncia di D’Anna.
Sempre in località Macchie di S. Maria, oltre ai resti di cinghiale, sono stati rinvenuti dai vigili urbani di Montemiletto ingenti quantità di amianto.
Due le aree che sono state sottoposte a sequestro.
Di seguito la raccolto fotografica:
Sul tema sono da registrare le parole dell’associazione Libera Caccia di Avellino:
“In diversi distretti non è stata data l’autorizzazione ad effettuare la caccia al cinghiale, in altri distretti sono state bloccate alcune squadre perché non in regola con i porto d’armi. Dove sono quei sindaci che pubblicamente si sono lamentati dei danni causati dai cinghiali, dove sono le associazioni agricole e le altre associazioni venatoria perché non parlano… vogliono solo partecipare ai tavoli tecnici alle scelte delle commissioni a mettere veti e a far dividere ancora di più i cacciatori… ma poi che fanno per la caccia e per i cacciatori… noi associazioni anche in questi casi dobbiamo essere da supporto alla politica e al dirigente di turno… in questo caso chi è stato penalizzato è il cacciatore che si ritroverà con qualche battuta in meno da effettuare e gli agricoltori che si ritroveranno qualche centinaio di cinghiali non prelevati. Cari cacciatori non vi accontentate: la caccia deve essere gestita dai cacciatori con il supporto di chi ricopre un ruolo da garante senza un tornaconto personale”.