“Il verde in Irpinia rappresenta l’eccellenza del nostro territorio. Le piante nei boschi sono il nostro polmone che oltre a darci ossigeno, prevengono i dissesti idrogeologici, ci riscaldano e proteggono la biodiversità. Le piante del verde urbano hanno un ruolo fondamentale per la vita di tutti i giorni per ognuno di noi. Contrastano l’inquinamento dell’aria e fungono da termoregolatori delle nostre città, oltre ad avere un importante ruolo sociale. Le piante dei prodotti agricoli, generi di prima necessità, sono delle eccellenze per il nostro territorio”. È quanto ha affermato Antonio Capone, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Avellino nel corso del convegno che si è tenuto all’Istituto Agrario De Sanctis-D’Agostino.
Un importante incontro nel corso del quale si è discusso di alberi con diverse declinazioni, produttive, forestali, verde urbano e ornamentale con relatori di rilevanza nazionale. Un incontro per accendere i riflettori in modo tecnico-scientifico, sul ruolo primario delle piante, risorsa essenziale e preziosa e per la vita di noi tutti.
Presenti il dirigente scolastico Pietro Caterini, insieme a Gianluca Festa, sindaco di Avellino, con Erminio Petecca, presidente dell’Ordine degli architetti, Francesco Castelluccio, vicepresidente ODAF di Avellino, Mara Nardiello, consigliere ODAF, Rino Borriello, vicepresidente AIVEP Padova e Parma, gli agronomi Monica Perna e Roberta Cataldo, Gruppo di Lavoro Studio Risorsa Verde, Emma Buondonno, professoressa di architettura dell’Università degli studi di Napoli Federico II, DIARC e assessore urbanistica del comune di Avellino, e l’agronomo Giuseppe Freda.
L’Ordine degli Agronomi, l’Ordine degli Architetti e Comune di Avellino insieme per lanciare il messaggio sull’importanza di dover investire competenze tecniche nei territori indigeni, ridisegnare e ridefinire secondo i principi della sostenibilità e del green della provincia ma soprattutto nelle aree interne, che da sfida stanno per trasformarsi in opportunità.
Tra gli impegni del piano programmatico emerge la valorizzazione del patrimonio genetico finalizzato alla preservazione del patrimonio culturale e distribuire su tutto il territorio una gestione sostenibile della flora che crea risultati socialmente giusti, ecologicamente solidi ed economicamente validi con la promozione di piani di investimenti.
A dare sostegno alle intuizioni dei tecnici dell’agronomia locale, gli architetti hanno discusso sulle nuove misure rispondenti alle esigenze di riconversione di energie alternative per intervenire, utilmente, a non sacrificare ulteriormente lo spazio rurale a discapitato del territorio agroalimentare. Nella prossima programmazione, quindi, sarà necessario pensare ad un’architettura a basso impatto ambientale rispettando le prerogative del Piano del Verde, con la riduzione dell’uso del suolo e la forestazione delle zone interne, soprattutto del castagno e dell’olivo che sono risorse naturali per le aree di pregio del territorio, perché ne contraddistinguono il paesaggio e l’identità originaria del territorio.
Difendere l’ecosistema di origine sarà la condizione necessaria per una convivenza tra la valenza antropologica e quella commerciale, per una definizione di un’oasi di biodiversità.
Sul Piano Verde, l’architetto Emma Buonadonno dichiara: “Siamo in una fase di revisione e abbiamo iniziato ad illustrare una bozza ad avviare un dialogare con le associazioni di categoria, con le istituzioni, ma non soltanto. Il piano è fondamentale perché strutturerà, si presuppone entro febbraio 2022, le decisioni del piano urbanistico comunale che dovrà tener conto di doversi misurare con l’ambiente per migliorare la destinazione dell’ambiente circostante e abbandonare piani edilizi espansivi. Sarà necessario, quindi, nell’attuazione del piano urbanistico attuativo, costruire dei corridoi ecologici che dovranno essere soprattutto di interesse regionale”
“La Festa Nazionale degli Alberi è un’occasione per parlare di verde, sostenibilità e agroalimentare, che ha messo insieme degli esperti per discutere su un corretto sviluppo di un territorio ameno e ricco di risorse da dover valorizzare – queste le parole del dirigente scolastico Pietro Caterini che continua dicendo – noi come Istituto partiamo a formare e sensibilizzare in maniera consapevole e competente i nostri allievi”.