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FOTO / L’Esercito “invade” pacificamente Avellino. Cittadini e militari si allenano insieme

Un’invasione pacifica. Per una mattina, l’esercito italiano ha preso “possesso” del Corso e di Piazza Libertà. Una bella mattinata, trascorsa all’insegna della corsa, dello sport e della condivisione di valori. Ed i cittadini hanno risposto all’appello, colorando di entusiamo le strade principali del capoluogo irpino. L’esercito e la città, per un giorno, si sono allenati insieme. Quel che è accaduto ad Avellino si è ripetuto, in contemporanea, in altre 26 città italiane. Per la prima volta. Da Bolzano a Palermo, sedi dei comandi dipendenti dalle Forze Operative Terrestri di Supporto, in collaborazione con Enti locali e associazioni sportive. Hanno partecipato circa 10mila persone, tra militari e civili.

L’evento è stato promosso dal Comando Forze Operative Terrestri di Supporto in Verona e organizzato dal 232° Reggimento Trasmissioni con il patrocinio del Comune di Avellino. Una mattinata diversa. Il Corso è diventato una palestra a cielo aperto, con tanti atleti che hanno potuto correre, per un paio di ore, nella massima tranquillità. In Piazza, invece, è stato allestito un Tatami per una dimostrazione di allenamento al Metodo di Combattimento Militare.

E nello slargo principale di Avellino c’era anche il Prefetto, Maria Tirone. “Un momento importante – ha sottolineato il massimo rappresentante di Governo – utile a far conoscere ai cittadini, soprattutto ai giovani, la presenza importante di un reggimento ad alta specializzazione tecnologica, impegnato in Italia e fuori, a garantire le comunicazioni. In questo modo, giovani e cittadini possono avvicinarsi concretamente alle Forze Armate, all’esercito, attraverso un veicolo privilegiato, ovvero lo sport”.

“Per l’esercito lo sport ha una valenza estrema”, afferma invece il colonnello Gianluca Zulin, Comandante del 232° Reggimento Trasmissioni. “Ci avviciniamo ai cittadini, infondiamo il loro un senso di sicurezza. Per noi sono momenti molto importanti e crediamo di ripetere più spesso iniziative come queste”.

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