Alfredo Picariello – Un pugno nell’occhio a due passi dal teatro “Carlo Gesualdo” e dal Duomo di Avellino. Già al di fuori – le facciate esterne, i muri – i segni del tempo, della decadenza e dell’abbandono, sono fin troppo evidenti. Il “Victor Hugo” rappresenta uno dei simboli di amministrazioni comunali forse un po’ troppo disattente al bene pubblico. Eppure, di fasti ne ha visti quella struttura. Anche recenti, perché fino a circa 10 anni fa, ospitava in continuazione eventi di ogni tipo, contribuendo a portare gente nel cuore antico del capoluogo irpino.
Oggi, come detto, l’abbandono regna quasi totale. Ma lo scandalo vero e proprio è l’auditorium. Sedie, poltrone, tavolini, banchetti abbadonati. Scatoloni enormi, documenti sparsi dappertutto, calcinacci e polvere. Uno scenario che fa rabbrividere, un disastro vero e proprio. “Vederlo ridotto così fa molto male”, afferma Luca Cipriano. “Le condizioni sono davvero pessime e non mi riferisco solo all’auditorium. Per questo motivo, visto come stanno le cose, occorre lavorare tutti insieme, al di là dei colori politici, per restituire alla città questo palazzo così importante”.
“C’è stata troppa indifferenza e non solo per il Victor Hugo ma per tutto il centro storico”, dice ancora il presidente del Conservatorio. “Eppure, per la sua storia, il palazzo potrebbe essere anche un attrattore turistico. Abbiamo fatto bene oggi, come commissioni comunali, a sollevare il tema della rinascita della struttura. I fondi per riattivarlo ci sono, saremo vigili affinché siano spesi nel migliore dei modi”.
Una “memoria” del centro storico di Avellino è, senza dubbio, Gerardo Melillo, presidente della Commissione Lavori Pubblici, che è stato, in passato, presidente della Prima Circoscrizione, quella afferente proprio a questa zona del capoluogo. “Siamo voluti venire a toccare con mano lo stato dell’arte del Palazzo e, putroppo, abbiamo riscontrato molti punti dolenti. Serve un intervento straordinario. Speriamo di fare in modo che il progetto si chiuda in tempi stretti. Questa struttura può dare nuova linfa al centro storico, grazie anche alla Cattedrale ed al teatro, senza dimenticare la Dogana. L’importante è cominciare a darsi da fare, credo che ci siamo incamminati sulla strada giusta”.