FOTO E VIDEO / L’urlo dei cento contro il biodigestore a Chianche. L’imprenditrice: “Se iniziano i lavori ci opporremo anche fisicamente, pronti a tutto”

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Alfredo Picariello – Cento e forse più. A sfidare il sole ed il caldo e a rispettare, in maniera impeccabile, le norme anticontagio. Una piazza Libertà così colorata e piena di bella gente era da un po’ di tempo che non la si vedeva. Amministratori, imprenditori, associazioni, gente normale. Un’unica voce, un unico coro: “Nessuno tocchi l’Irpinia”. E’ forte il dissenso contro la scelta di ubicare il biodigestore a Chianche. “Salviamo le terre del Greco”, recita uno striscione. “Non possiamo permetterci uno scempio così, il danno per noi viticoltori e imprenditori sarebbe davvero enorme”.

Teresa Bruno, che ad Altavilla ha la sua “Petilia”, l’azienda vitivinicola che produce vino conosciuto in tutto il mondo, è la seconda volta che scende in piazza contro l’impianto di trattamento dei rifiuti. Due anni fa con i trattori, oggi con le bandiere e con gli striscioni, ma la rabbia e la determinazione sono sempre le stesse.

“Non sopportiamo la politica che ci vuole raggirare. La politica dovrebbe essere vicino agli agricoltori e a chi produce. Ed invece… . Noi diciamo no alla forzatura di Chianche ma non al biodigestore in quanto tale. Anche se dovessero cominciare i lavori, faremo di tutto per fermarli. Siamo pronti a tutto per salvare la nostra terra, per tutelare la nostra Irpinia, per conservare una ricchezza che i nostri nonni ci hanno regalato e che noi dovremmo restituire in maniera integra ai nostri nipoti”.