FOTO E VIDEO / “La mia ordinanza previene e tutela. Il vero problema sono gli altri sindaci che non hanno gli attributi”. Covid, da Lauro ecco Bossone

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Alfredo Picariello – Non ci sono i blocchi di cemento all’ingresso – però che “avventura” arrivarci da Avellino a causa della chiusura temporanea, sembra per caduta massi, della Monteforte-Taurano – né forze dell’ordine a vigilare. Ma, nonostante questa “libertà” inaspettata, a Lauro l’aria sembra comunque pesante. La tensione, in alcuni momenti, pare si tagli con il coltello, anche perchè oggi è giorno di consiglio comunale e lo “scontro” sull’ordinanza emanata dal sindaco lunedì mattina, si sposta nell’aula consiliare, con l’opposizione sul piede di guerra. E gli stessi commercianti.

Ma Antonio Bossone tira avanti dritto ed in maniera spedita. L’unico “cedimento” al mini-lockdown che andrà avanti fino al 12 novembre è sul punto inerente l’attività di ristorazione: dall’amministrazione arriva il via libera alle consegne a domicilio e all’asporto, con il divieto, però, di consumare sul posto e vicino il punto di ristoro dalle 21 in poi.

Tutto il resto rimane invariato. “Nessuna marcia indietro – ci tiene a sottolineare il primo cittadino di Lauro -. Ho solo consentito all’asporto così come prevede il Governo, fino alle 21”.

Dunque, fino al 12 novembre, mercato settimanale sospeso, divieto di fumare e consumare alcolici nelle piazze e regolamentazione del transito veicolare, con forti limitazioni per i comuni che confinano con Lauro.

Il sindaco, per l’ordinanza emanata e già annunciata, a dire il vero, la settimana scorsa, è finito nell’occhio del ciclone. Molti lo accusano di essere una sorta di “sceriffo” in salsa irpina, altri di voler soltanto finire alla ribalta dei media locali e nazionali.

“Mi accusano di fare show? Allora anche il presidente del Consiglio ha fatto show? Il Dpcm di Conte, al 70%, ricalca la mia ordinanza. La Campania, non lo dimentichiamo, ha oltre 600 casi di contagio in media al giorno, quindi bisogna stare molti attenti, soprattutto perché il virus si sta diffondendo, in particolare, in ambito familiare. Il problema vero è Bossone, perché se io firmo un’ordinanza restrittiva, apriti cielo. Se la firmano Conte o De Luca, nessun problema”.

Il sindaco rilancia: “I miei colleghi sbagliano a non fare ordinanze come la mia. La legge ci dà dei poteri, dei compiti ben specifici sulla sanità pubblica. Una volta che ci sono linee generali, noi amministratori locali dobbiamo avere gli attributi di regolamentare sui nostri territori i dettami nazionali e regionali”.

“Siamo noi sindaci – dice ancora Bossone che, come tutti sapranno, di professione fa il medico – a dover adattare al meglio le regole nazionali, perché conosciamo i territori. Che differenza c’è tra oggi e il lockdown, quando abbiamo chiuso il paese con otto positivi? Ben venga il lavoro agile nelle strutture comunali, fanno bene i presidenti delle Regioni a fare il braccio di ferro con il ministro della Pubblica Istruzione per far passare il concetto che servono le lezioni a distanza per le scuole superiori. Milioni di studenti al giorno prendono i trasporti pubblici o altro, questo numero di spostamenti va ridotto”.

“La Campania – aggiunge il primo cittadino di Lauro – non è preparata a fronteggiare la situazione. Abbiamo ancora problemi seri, mancanza di medici, pronti soccorso affollati”.

L’obiezione che viene sollevata è che i contagiati, a Lauro, sono pochi. “Abbiamo sette-otto persone che hanno contratto il virus, di cui due o tre sono sintomatici. In più, abbiamo venti persone in quarantena. Ma se non avessimo contagiati, li dovremmo avere per forza per difenderci? Secondo me, è meglio prevenire che curare. Ma i contagiati, purtroppo, ci sono. Il problema grave è quando miei colleghi sindaci hanno anche 70 persone contagiate e non adottano ordinanze di restrizione totale. E’ assurdo, una cosa eclatante”.

Alcune misure, diciamo a Bossone, sembrano davvero eccessive. Una su tutte, non poter fumare all’aperto. “Non fumare all’aperto non è una cosa che dice il sindaco di Lauro. Lo dice la Danimarca, il Canada, la Svezia, tutti i Paesi civili. Lo dice Milano. Non è una mia boutade. Anzi, dovrebbero essere anche gli altri sindaci a fare questo tipo di operazione, per fa sì che il fumo venga debellato”.

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