FOTO E VIDEO / Carceri irpine, sos sanità e lavoro. “Ancora troppo pochi i detenuti assunti fuori dai penitenziari”

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Alfredo Picariello – Diverse luci e molte ombre. E’ un quadro in chiaroscuro quello che emerge dal report 2020 “sulle criticità e buone prassi nei luoghi di privazione della libertà personale” in provincia di Avellino, realizzato dal Garante dei detenuti della Regione Campania. La presentazione questa mattina, nella sala consiliare del Comune capoluogo.

Quattro, come si sa, i carceri in Irpinia. Ad Ariano Irpino c’è la casa circondariale “Pasquale Campanello”, ad Avellino la casa circondariale “Antimo Graziano” Bellizzi, a Lauro l’Icam e a Sant’Angelo dei Lombardi la casa circondariale “Famiglietti, Forgetta, Bartolo”.

Nei quattro istituti, il totale dei detenuti al 30 aprile 2021 è di 758, di cui 98 stranieri. 195 sono Ariano, su 275 posti disponibili; ad Avellino sono 426 su 503; a Lauro ci sono 9 madri ristrette con 9 bambini al seguito. A Sant’Angelo, infine, sono 129 con una capienza regolamentare di 120. A parte quest’ultimo istituto, in Irpinia, dunque, “non si registra il grave problema di sovraffollamento che affligge il resto della regione”.

“Manca un po’ di personale nell’area educativa, c’è una grande sofferenza di educatori ad Ariano ad esempio”. Lo sottolinea il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello, il quale mette in evidenza anche un altro aspetto. Quello degli eventi critici. Nel 2020 non si sono registrati suicidi. “Ma devo ringraziare gli agenti di polizia penitenziaria del personale sanitario che hanno sventato 12 tentativi di suicidio”. Rispetto al 2019, il numero è minore. Allora ci furono 25 tentativi di sucidio. Il 19 aprile 2021 si è tolto la vita, nel carcere di Avellino, un 50enne di origini pugliesi, terzo suicidio in Campania dall’inizio dell’anno.

“In Irpinia uno dei temi principali, denunciato anche dalla magistratura di sorveglianza, è la sofferenza per la specializzazione di psichiatri nella Rems. A Sant’Angelo dei Lombardi – spiega Ciambriello – si verifica uno scandalo nazionale: potrebbero esserci 7 detenuti malati di mente, ma c’è n’è uno solo con diversi operatori perché mancano psichiatri. Ad Ariano e Avellino, poi, questa figura diventa decisiva. La vicenda della sanità è quella più delicata ed è quella che più ci sta a cuore”.

Capitolo lavoro. “Sono contento che nelle mura del carcere trovano occupazione 356 persone. Purtroppo, alle dipendenze di un datore di lavoro esterno all’ambito penitenziario, sono soltanto 19 i collocati sul totale regionale pari a 75. Occorre incrementare di più queste esperienze, perché l’inclusione sociale è fondamentale. Bisogna andare incontro a coloro che escono dalle carceri. La recidiva è stratosferica. Il 78% dei detenuti, anche qui in provincia di Avellino, ritorna in carcere. Appena l’11% delle donne, unico aspetto positivo, vive la recidiva”.