Alfredo Picariello – L’Irpinia si apre all’arte internazionale con una mostra di livello europeo curata da un grande esperto del settore come Andrea B. Del Guercio.
Un eccelso dall’ottimo curriculum: è titolare della cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, dove ha ricoperto numerosi incarichi, quali Direttore delle Scuole di Pittura, Coordinatore dell’Istituto di Teoria e di Storia dell’Arte, Consigliere di Amministrazione. Ha insegnato presso la New York Studio School e tenuto conferenze nelle Università e Musei degli Stati Uniti, in Germania, Francia e Svizzera e Austria. Ha ricoperto numerosi ruoli di Direttore Artistico nel circuito Museale ed espositivo internazionale d’arte moderna e contemporanea.
Presentate stamane, partirà domani 8 ottobre la mostra d’arte contemporanea “Caleidoscopio”, dedicata ad opere provenienti dalla Germania, che sarà esposta fino al prossimo 4 dicembre presso il Complesso Monumentale Carcere Borbonico in Piazza Alfredo de Marsico ad Avellino.
L’esposizione, organizzata da Montoro/Contemporanea e curata da Andrea B. Del Guercio, nasce dall’intenzione di indagare il patrimonio artistico dei Paesi di lingua tedesca ed è articolata in due sezioni, una monografica ed un’altra a carattere collettivo, che vedranno protagonisti sette artisti ciascuno con esperienze artistiche diverse in grado di portare il visitatore alla scoperta di differenti modi di fare arte nella Germania contemporanea.
GLI ARTISTI
MAX DIEL – “Del non sapere e del non voler andare oltre”
Max Diel affronta le costanti ed estese dimensioni della figurazione, collegandosi specificatamente a quella storia del ‘raccontare per immagini’, così che ogni soggetto è sottoposto ad un’inquadratura che sembra appartenergli, senza mai ripeterla per altri. Si tratta per Max Diel di una curiosità senza scopo, di un interesse senza ragione apparente, attenta cioè a cogliere i toni cromatici di un’azione svolta nella normale quotidianità, scelta tra quelle migliaia che ogni essere animato compie, ma anche di quel gran numero di oggetti che vivono nell’immobilità dello spazio.
BEN SLEEUWENHOEK – Tutto appare perfetto, ogni foglio compiuto, ogni pagina ed ogni libro completato
Attraverso un controllo attento degli strumenti linguistico-visivi, in particolar modo adattando il collage alle sue necessità espressive, Ben Sleeuwehoek, ha saputo promuovere il dialogo sperimentale tra ‘frammenti’ iconografici e suggestioni cromatiche elaborando un vero e proprio patrimonio ‘enciclopedico’; negli anni l’azione caleidoscopica di raccolta ha prodotto un vero e proprio “Archivio della Cultura e dell’Arte” confermando il ruolo del collage nella definizione a carattere progettuale della pittura contemporanea.
CLAUDIA DESGRANGES – Il colore ‘trascinato’, la luce ‘dilatata’
Il colore è ‘trascinato’ da Claudia Desgranges lungo l’estensione della superficie di alluminio, non diluito né gettato, così che possa lasciare tracce della dimensione materiale e una scia della sua natura; il colore si distribuisce sul piano per essere condotto da una mano attenta e sicura verso l’estensione e la dilatazione delle sue specifiche qualità. Questo procedere contrassegnato da pennellesse a pettine sembra ‘sfibrare’ la composizione del singolo colore, al fine di far risultare pienamente la sostanza psicologica di una natura luminosa.
RAINER GROSS – Il dittico suggerisce l’apertura di un libro, lo sfogliare delle pagine e la conseguenzialità del racconto
Sul principio operativo condotto su due pareti ‘incollate’ che si distaccano, nascono i dittici di Rainer Gross in cui l’uno conserva testimonianza dell’altro ma anche un’inedita autonomia; le due diverse facce dialogano e raccontano, suggeriscono la percezione di una osservazione che cerca di perdersi nelle superfici materiche e policrome individuando quelle ‘abrasioni’ che rivelano l’originale unità.
MARIA WALLENSTÅL-SCHOENBERG
Il mio primo incontro è avvenuto di fronte ad una ‘quadreria’ interamente dedicata alle piccole dimensioni; un’ampia parete bianca isolava la preziosa carica e la vivace energia di una decina di tasselli cromatici, obbligando lo sguardo a inseguire e a riprendere contatto visivo, rilanciando brevi spostamenti di forme e soluzioni spesso ‘acide’; alla prima percezione seguì la lettura interna ad ogni frammento, rivelando la sostanza plastica del colore distribuita secondo il processo di un ‘disegnare antico’.
IVO RINGE – Lavagne di pittura
Nel lavoro di Ivo Ringe si avverte un’affermazione estetica decisa, contrassegnata da una volontà tesa alla definizione geometrica dello spazio positivo, ma anche al raggiungimento di costellazioni celesti e di carte geografiche, tra percorsi e tracciati che uniscono i luoghi del ‘pensiero’, riferendomi alla ‘lavagna’, intendo rimandare ai valori del tracciare linee e dell’individuare spazi, nel rapporto intuitivo che unisce, da sempre, la scienza all’arte, la matematica alla pittura, la filosofia all’estetica.
RITA ROHLFING
Nasce in questi anni una ricca produzione di opere, organizzata per Cicli contrassegnati dal variare delle forme, del colore e della luce; ogni Raccolta è infatti diversamente contrassegnata dall’impiego di questi materiali di supporto – l’alluminio, l’acciaio e il plexiglas – da cui dipendono grandi variabili; si tratta di un percorso creativo in cui la sensibilità personale si lega strettamente ai processi di studio e di sperimentazione per poi evidenziarsi nella fase di produzione e di installazione.