FOTO e VIDEO / Apice-Orsara, ripartono i lavori. Ecco il protocollo di legalità, un’opera “blindata” a camorra e corruzione

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Alfredo Picariello – Un faldone di 18 pagine e 14 articoli. E’ il protocollo di legalità dell’itinerario Napoli-Bari, raddoppio Apice-Orsara di Puglia, firmato a Palazzo di Governo, tra il Prefetto di Avellino, Maria Tirone, il Prefetto di Benevento, Francesco Antonio Cappetta, il referente del progetto, Lucio Menta di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), l’appaltatore, Maurizio La Terza, rappresentante del Consorzio “Hirpinia”. Un protocollo per le opere che, nello specifico, riguardano il lotto funzionale Apice-Hirpinia. L’obiettivo è vigilare il pieno rispetto della legalità nei contratti pubblici, prevenire e contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata in materia di appalti, servizi e forniture pubbliche.

“Parliamo di un’opera, ovvero il tratto campano, dal costo di 690 milioni di euro”, sottolinea Menta. “Un’opera strategica per il futuro di tutto il Mezzogiorno”. Un’opera che, però, potrebbe “attrarre” la “fame” di mafia, camorra e compagnia varia. A detta di Rfi, la nuova linea Napoli-Bari sarà conclusa nel 2026. Il costo complessivo stimato è di circa 6,2 miliardi di euro.

“La prima buona notizia è che, finalmente, ripartono i lavori dell’Apice-Orsara. Lavori che, grazie a questo protocollo di legalità, saranno sottoposti ad un monitoraggio continuo, a 360°”. A dirlo è il Prefetto Tirone che prosegue: “Sarà effettuata una radiografia continua. E’ un protocollo che si colloca nella scia di altri protocolli di legalità ma è molto più complesso, perché i controlli antimafia saranno più penetranti e riguarderanno tutta la filiera delle attività, abolendo le soglie previste del Codice Antimafia: un impegno notevole per Prefettura e forze di polizia”.

“Vi è inoltre una finalità di contrasto dei fenomeni corruttivi, con un rapporto continuo tra Prefettura e Autorità nazionale anticorruzione. E, ancora – sottolinea Tirone -, è prevista anche la tutela della manodopera, la regolarità e trasparenza del rapporto di lavoro e le condizioni di sicurezza nei cantieri. Con un flusso informativo costante, terremo tutto sotto controllo, anche i mezzi che verranno utilizzati nell’appalto da qualunque soggetto che interviene nella filiera. Rfi dovrà mettere a disposizione una banca dati web, alimentata da tutte le informazioni necessarie”.

 

L’attività di controllo si svilupperà anche con accessi diretti nei cantieri dell’opera, “accessi antimafia che, ovviamente, non vengono preavvisati”, ricorda il Prefetto. “In questo modo, avremo una fotografia reale di quello che sta accandendo nel cantiere, una vera e propria risonanza magnetica. Se saranno riscontrate anomalie, saranno adottati tutti i provvedimenti di rigore e sanzionatori”.

Il protocollo è stato firmato dagli Ispettorati al Lavoro di Avellino e Benevento e dalle organizzazioni sindacali di categoria, nello specifico Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil. “Sindacati e Ispettorati daranno vita ad un tavolo nelle Prefetture teso a monitorare la trasparenza e la regolarità dei rapporti di lavori e della manodopera che viene impiegata”.

Logicamente, in prima linea, il Gruppo interforze antimafia composto dai rappresentanti dei Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, della Dia, Ispettorato del lavoro e provviderato opere pubbliche. Alla firma del Protocollo ha partecipato anche il sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia.

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